In oltre quarant’anni di Toro, don Aldo Rabino ne ha conosciuti di giocatori granata. Una vita a stretto contatto con questi colori, che hanno riempito la sua vita di emozioni e di ricordi. E sono proprio i ricordi e gli aneddoti quelli che rimangono quando una persona se ne va. Come quelli di Antonino Asta, capitano indimenticabile, che ci confida: “Ogni sabato, nei ritiri prepartita, don Aldo ci stava vicino, e mi diceva sempre: Tonino, vedi di portare più gente che puoi! E’ stato un uomo incredibile, una figura insostituibile, che mancherà terribilmente. Un punto di riferimento per il popolo granata”.

 

Anche Oscar Brevi, il capitano della rinascita, era legatissimo a Rabino, tanto da fargli battezzare suo figlio. E, tra le lacrime e l’incredulità, dice: “Era un grandissimo tifoso del Toro, nei due anni in cui ho vestito la maglia granata mi ha aiutato tanto a crescere e a comprendere l’importanza di questo club. Sono scioccato, sarà difficilissimo, forse impossibile, sostituire la sua figura e quello che ha rappresentato e che rappresenta ancora oggi, anche se non c’è, per il Toro”.

 

Infine, Renato Zaccarelli ha un rapporto decennale con don Aldo, e il loro legame è diventato sempre più forte con il passare degli anni. Spiega Zac: “Era conosciuto da tutti, ha vissuto tante situazioni diverse e ci è sempre stato vicino. Lascia un vuoto enorme, è l’unica cosa che posso dire per non finire in semplici banalità. Oggi, però, mi sento in colpa con me stesso, perché poco più di un mese rifiutai per motivi di lavoro il suo invito a Expo ad un ritrovo di salesiani. Rimarrà sempre nel mio cuore”.

 

Rimarrà per sempre nel cuore di Zaccarelli, così come in tutti quelli dei tifosi granata. Don Aldo Rabino non c’è più, ma il suo ricordo vivrà in eterno, perché la gente del Toro sa tramandare le gesta di grandi uomini come nessun altro. 


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