Non era certo il risultato della partita contro il Napoli che doveva dare delle risposte certe sulla stagione sin qui altalenante dei granata. Se anche si fosse espugnato il San Paolo non si avrebbero avute garanzie diverse rispetto ad ora. Intanto, oltre alle solite variabili in gioco, sarebbe potuto dipendere dalla sosta, dal richiamo di preparazione differente e cose del genere che spesso hanno determinato risultati a sorpresa nel periodo post festivo.

Ciò a cui si doveva particolarmente guardare era la prestazione che, tanto per intenderci, non sarebbe dovuta essere quella del derby di Coppa o dell’ultima partita contro l’Udinese ma quanto più simile possibile a quella della prima parte di stagione. In tal senso ne è venuta fuori una risposta a metà che può soddisfare o meno a seconda del punto di vista dalla quale la si guarda.

Anche da quello puramente reattivo della squadra si possono trovare pro e contro: si è visto un moto d’orgoglio dopo aver subito il primo gol tanto che prima del rigore si era creata una buona occasione ed anche nel finale si è avuta una reazione non propriamente di furore ma quantomeno dignitosa e non rassegnata. Di contro continuano ad infastidire certi atteggiamenti irriverenti, dal caso estremo, poi chiarito, di Quagliarella a quell’eccesso di “taralucci e vino” prima, durante e dopo il match. Non si pretende che i calciatori indossino l’elmetto come se andassero in guerra ma che fossero consapevoli di indossare una maglia diversa da quella degli avversari (e ciò va inteso al di là di ogni retorica) e scendessero in campo onorandola e mettendoci se non l’anima, almeno il massimo della concentrazione. Altrimenti gesti apparentemente insignificanti come quelli passano per menefreghismo quando va bene.

Riguardo la prestazione dei singoli reparti non ci sono state grandi differenze, in ciascuno c’è stato un giocatore che ha fatto meglio di altri (Glik e Baselli ad es.), la differenza più evidente è stata tra la zona destra dove Bruno Peres, Acquah e Bovo sono rimasti in balia di Insigne e compagni e quella sinistra dove i vari Moretti, Molinaro e Baselli, pur senza eccellere, hanno giocato alla pari.

Intanto la classifica non è certo quella di inizio stagione ma è abbastanza corta e nulla è compromesso, ci si deve guardare le spalle ma si può ancora puntare in alto, anche qui è tutta una questione di punti di vista…

 

CHI SALE:

 

GLIK          prestazione superba del capitano che si ritrova nella serata più difficile, quando cioè se la deve vedere col capocannoniere e l’attaccante più in forma del campionato. Senso della posizione, chiusure, concentrazione altissima ed il “pipita” resta a secco.

 

BASELLI           a differenza delle ultime prestazioni, è nel vivo del gioco e si fa notare sia in fase difensiva ripiegando spesso ad effettuare efficaci chiusure che nel tentativo di costruzione e di verticalizzazione del gioco sulla trequarti.

 

M. LOPEZ        entra in campo a metà ripresa ed incide subito più di quanto fatto da Belotti per trequarti di partita. Protezione della palla, maggiore utilità per i compagni e determinazione. Gli manca solo il killer instinct, cosa evidente quando dopo aver rubato palla sulla trequarti anziché puntare Reina si allarga.

 

STABILI:

 

PADELLI         in avvio salva il risultato almeno due-tre volte su Callejon e poi più tardi su Higuain. Finalmente appare decisivo tra i pali fino a quando, però, non prende il gol di Hamsik con il pallone che gli passa sotto le gambe, ma nel caso è più sfortunato che colpevole.

 

QUAGLIARELLA          torna al gol seppur su calcio di rigore e questa sarebbe già una (bella) notizia visto che non andava a segno dal 20 settembre! Poco prima ci era andato vicino con un bel colpo di testa, timidi segnali di ripresa. Ma rovina tutto con un gesto che annacqua subito quel piccolo momento di gioia.

 

MORETTI          sebbene i gol non provengano dalla sua zona, soffre l’intraprendenza di Callejon. Pochi gli interventi risolutivi come una diagonale a chiudere un traversone basso in area, in generale non soccombe ma ha abituato a livelli più alti.  

 

ZAPPACOSTA       viene inserito per contenere i danni sull’out destro vista la poca propensione difensiva di B. Peres. Tuttavia si nota maggiormente per un paio di progressioni offensive che mettono in difficoltà i partenopei ma che difettano del passaggio finale.

 

B. PERES        un po’ in sordina rispetto al solito, l’unica vera accelerata è quella in cui conquista il rigore ma per il resto sembra frenato dalla preoccupazione di dover controllare gli avversari che nella sua zona confezionano le azioni migliori. Ma a parte preoccuparsi non riesce a fare granché.

 

MOLINARO         ha lo stesso problema del suo omologo. Anche lui si mette in evidenza soprattutto per un affondo (nel suo caso un perfetto cross per la zuccata di Quagliarella) ma è più efficace del brasiliano nel contenimento, almeno finché regge.

 

CHI SCENDE:

 

VIVES         un passo indietro rispetto alle precedenti uscite giustificato comunque in parte dallo spessore degli avversari e magari anche dalla sosta. Si spende nell’accorciare gli spazi ma non sempre è puntuale ed è poco lucido in impostazione.

 

BOVO         sbaglia un po’ tutto, sia nella marcatura di Insigne (non solo sul gol) ma anche nei movimenti difensivi. Spesso fuori posizione e tagliato fuori dagli avversari, indovina solo il primo lancio per Molinaro poi sbaglia anche quelli provocando persino l’espulsione di Ventura…

 

BELOTTI          non bastano tutte le attenuanti sull’impegno, la generosità, la valenza degli avversari, il fatto che giochi troppo lontano dalla porta, gli schemi e via discorrendo. Il punto è che se vuole puntare in alto per la sua carriera non potrà nascondersi ma essere decisivo.

 

ACQUAH          che il ghanese sia tipo irruente lo si sapeva. Ma entrare dopo nemmeno 2’ su Hamsik in quella maniera essendo diffidato e condizionandosi per tutta la partita non è propriamente una trovata geniale. Per di più non legge bene l’azione del raddoppio partenopeo risultando il principale co


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