Non ha avuto torto, Christian Zaccardo, quando nel post partita di Torino-Carpi ammetteva che, quella di ieri, sia stata una partita sostanzialmente “noiosa“. E in effetti, se su 94′ di gara, soltanto 48′ (cioè il 51%) sono effettivi di gioco, qualche domanda andrebbe davvero posta. Di questo tempo effettivo, poi, è il Torino ad avere la maggioranza del possesso palla (il 56%), del quale però soltanto il 50% è nella metà campo avversaria. Morale: su 48′ di gioco effettivi, ben 14′ sono stati utilizzati da Glik e compagni per passarsi la palla nella loro trequarti, quando, invece, contro la squadra di Castori non propriamente irresistibile, ci si sarebbe aspettato un atteggiamento meno remissivo e più arrembante.

 

Nessun tiro in porta da parte di Mbakogu e compagni, ben 5 per i granata, che, secondo i dati European Broadcast Development, hanno però commesso più falli rispetto agli avversari (22 a 21), a dimostrazione di come il nervosismo, e la mancanza di idee, l’hanno fatta da padrona. Tanti anche gli errori (27 palle perse dal Toro, ben 34 dal Carpi), che hanno portato, appunto, a un calo generale del livello della partita.

 

Una partita generalmente bloccata a centrocampo, dove, però, chi ha provato più di tutti a fare qualcosa ci è riuscito con discreta efficacia. È il caso di Bruno Peres, autore di ben 6 cross per i compagni in attacco e di un tiro in porta, nel primo tempo, che avrebbe potuto essere davvero molto pericoloso. Ma è una piccola (e confusionaria) luce in un momento di apatìa generale, dalla quale ancora non si riesce a trovare una vera via d’uscita. La prova col Carpi ne è lampante dimostrazione.

 


Glik batte Mbakogu: l’attaccante viene annullato

Da Carpi al Carpi: la media del Toro è da zona retrocessione