Certo, ci sono i gemelli del gol che fanno come sempre il loro lavoro, prima Ciccio di testa, poi Pupi di mancino, due gol in tre minuti e l’Atalanta è al tappeto. E’ vero, Radice deve fare a meno dell’infortunato Pecci ma schiera otto undicesimi dei miracolosi scudettati di tre anni prima che fanno ancora splendidamente il loro lavoro. E poi quel giorno sul prato del Comunale sfilano anche Marocchino e l’ex ct azzurro Prandelli. Ma quella domenica 4 febbraio 1979, c’è soprattutto una ripresa caratterizzata dalla sfida a distanza fra il vecchio e il bambino, il portiere nerazzurro Pier Luigi Pizzaballa e il debuttante granata Andrea Mandorlini.

 

Il difensore del Toro ha solo diciotto anni, rimarrà in granata fino al 1980 prima di accarezzare il top della carriera qualche anno dopo nell’Inter. Eppure il Toro non l’ha mai dimenticato: “Alla maglia granata devo tutto. E poi il Filadelfia… – sono le sue parole – Quei sassolini dell’antistadio me li sento ancora sotto i piedi, e la tribuna di legno, e quell’atmosfera unica. Io mi sento un figlio del Fila, perché sono cresciuto lì, dagli Allievi alla Primavera fino a quel debutto contro l’Atalanta. Lo spirito del Fila mi ha forgiato, ciò che sono oggi è grazie a quelle origini”

Sul fronte opposto c’è il portiere bergamasco che da ragazzino lavorava come garzone in panetteria, e che quel giorno ha quasi quarant’anni e una onorata carriera alle spalle, fra il Milan e una presenza in Nazionale, Italia-Austria 1-0 del 18 giugno 1966. Ma al di là delle due Coppe Italia vinte (nel 1963 con l’Atalanta e nel 1969 con la Roma) e della finale di Coppe delle Coppe persa con il Milan nel 1974 contro il Magdeburgo, Pizzaballa entra nella storia grazie alle figurine Panini. Perché l’estremo difensore all’Atalanta dal 1958 al 1966 e poi ancora dal 1976 al 1980, era la figurina numero uno dell’album proprio perché i nerazzurri bergamaschi erano la prima squadra in ordine alfabetico. La prima edizione di figurine Panini datata 1961/62 raffigurò in copertina Nils Liedholm e dedicò la sua sezione antologica, guarda caso, proprio al Grande Torino. Ma il nome di Pizzaballa divenne un fenomeno di costume perché la sua figurina era introvabile, dando il via al “celomanca” che ancora oggi fa parte del nostro vocabolario. Erano gli anni, infatti, in cui il fotografo della Panini andava soltanto una volta nel ritiro precampionato di ciascuna squadra: Pizzaballa saltò il turno, una volta a causa di un infortunio e una volta perché militare, e le figurine diventarono rare, rarissime perché stampate in un secondo momento a tiratura limitata.

 

Stadio Comunale, domenica 4 febbraio 1979, ore 15
TORINO-ATALANTA 3-0
RETI: 20’ Graziani, 23’ Pulici, 28’ st Greco.
TORINO: Terraneo, Salvadori, Vullo, P. Sala, Mozzini, Santin, C. Sala, Greco (29’ st Mandorlini), Graziani, Zaccarelli, Pulici. All. Radice.
ATALANTA: Bodini (1’ st Pizzaballa), Osti, Mei, Mastropasqua, Prandelli, Vavassori, Marocchino, Rocca, Paina (24’ st Chiarenza), Tavola, Finardi. All. Rota.
ARBITRO: Menicucci di Firenze.
NOTE. Spettatori 27 mila.

 

 


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