“Lo striscione sul mio addio a fine stagione esposto qualche mese fa? Bisogna capire se esprime la volontà del 5% dei tifosi o del 95% dei tifosi”. Così si era espresso Giampiero Ventura, dopo i cinque gol rifilati dal suo Torino all’Udinese, parlando del suo futuro. Un futuro in granata che, ad oggi, è tutt’altro che certo nonostante i due anni di contratto che ancora lo legano alla società di Cairo. Da quanto si è visto, e sentito, ieri a Superga la percentuale la percentuale di tifosi che auspicano un cambio alla guida della squadra nel prossimo campionato è certamente inferiore a quel 95% di cui parlava l’allenatore.

 

Al colle è stato proprio Ventura uno granata più acclamati. Per il tecnico si sono alzati alcuni cori da parte dei tifosi, che hanno così manifestato la stima e la gratitudine per il lavoro fatto negli ultimi cinque anni dall’allenatore, oltre che qualche invito a restare ancora al Torino. I fischi di dieci giorni fa, quando alla prima al Grande Torino la formazione granata veniva battuta dal Sassuolo mentre Ventura si accasciava in panchina alzando bandiera bianca a dieci minuti dalla fine della partita, sembravano appartenere ad un passato lontano. Come ancora più lontano sembra essere l’ormai celebre striscione apparso in curva Maratona prima di Torino-Carpi (15-4-2016: l’avVentura è finita… Grazie Mister, ndr).

 

La stima e la gratitudine non vanno però confusi con la volontà di vedere aprirsi un nuovo ciclo con un allenatore diverso dall’attuale. Qual è la reale volontà del popolo granata sul futuro di Ventura sarà probabilmente più chiaro domenica sera, quando il Torino sarà chiamato contro il Napoli all’ultimo impegno davanti ai propri tifosi. In quei novanta minuti si capirà se quella espressa a Superga era solo un omaggio per gli ultimi cinque campionati e sopratutto se la percentuale di tifosi che vorrebbe un addio di Ventura a fine anno si avvicina più al 5% o al 95%.

 

 


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La rassegna stampa del 5 maggio 2016