Nicola Rizzoli non ci sta. Non vuole passare sotto il treno mediatico del sospetto per il derby della Mole che, suo malgrado, lo ha visto protagonista. L’arbitro ha infatti pesantemente condizionato lo scorso Torino-Juventus, dove i granata sono usciti sconfitti con non poche polemiche (sacrosante) da parte di Ventura. Dal testa a testa con Bonucci ai rigori mancati, molti sono stati gli episodi discutibili. E il fischietto bolognese, intervenuto alla Domenica Sportiva, dice la sua. “Se mi sono scusato dopo Torino-Juventus? No, non l’ho fatto” dice Rizzoli. “Ho riconosciuto di non aver fatto una delle mie migliori partite, sono il primo a rendermi conto degli errori. Alcune mie valutazioni nel derby non sono state felici. Ma non ci sono sudditanza psicologica o compensazione: questa è una cosa che non può esistere“.

 

“Se un arbitro avesse una cosa del genere nel proprio dna dovrebbe restituire la tessera: nessun arbitro chiede notizie sugli episodi durante l’intervallo per non introdurre nella propria testa pensieri negativi, che possano eventualmente condizionare. La sudditanza psicologica è insita nella domanda stessa, io non l’ho mai avuta e non credo esista. Posso garantire per me e per i miei colleghi“.

 

Ancora sulla Juventus: “Qualcuno mi ha accusato di essere sensibile quando gioca la Juve? Non posso dire granché perché c’è un’azione legale in atto. Magari c’è chi è pagato per creare polemiche. Credo bisognerebbe cercare di capire meglio il nostro punto di vista. Se sono favorevole alla sospensione di un arbitro che sbaglia? Voi siete favorevoli alla sospensione di un giocatore che sbaglia? Un giocatore quando sbaglia vuole tornare in campo subito e il discorso vale anche per gli arbitri. Cosa ne penso della moviola in campo? Io dico tecnologia e non moviola. La moviola porta solo discussioni tipicamente italiane e non porta a una decisione unanime. La tecnologia è invece qualcosa che deve aiutare in situazioni inequivocabili, che può dare risposte nel giro di pochi secondi. La parte umana dell’arbitro rimane, l’arbitro non può mai essere infallibile come un robot“.

 

 


La rassegna stampa del 9 maggio 2016

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