Era arrivato a Torino nell’estate del 2011, cosciente della difficoltà della sfida che lo attendeva. Simone Verdi, diciannovenne scuola Milan alla primissima esperienza tra i professionisti dopo la trafila nei vari campionati giovanili, più che una scommessa era giocatore da svezzare ed inserire. Si era appena chiusa la parentesi di Lerda e Ventura era intento a raccogliere quel che restava del Toro per costruire la squadra che, quattro anni dopo, avrebbe calcato palcoscenici allora inimmaginabili. Oggi Verdi è un altro giocatore: è cresciuto e maturato lontano da Torino, dopo che per un anno e mezzo – tra la B e la A – aveva collezionato poche presenze (12 in cadetteria, anche per i problemi fisici che ne avevano condizionato la seconda metà della stagione, e solo 55 minuti nella prima parte dell’annata successiva). Oggi è un punto fermo dell’Empoli di Maurizio Sarri: un giocatore imprescindibile, che decidendo di ripartire dalla B – Juve Stabia prima dell’approdo in Toscana la scorsa stagione – ha evitato di bruciare le tappe arrivando alla serie A con pieno merito. E non è un caso che proprio contro il Toro, all’andata, pur non andando in gol abbia disputato una delle sue migliori partite. Come a voler dimostrare che quattro anni fa la dirigenza granata – che per arrivare alla metà del cartellino del giocatore aveva messo sul piatto la metà di Gianmario Comi – non si era sbagliata sul suo conto.
E sarà proprio quella relativa a Verdi una delle trattative più da decifrare della prossima estate: se nelle ultime sessioni di calciomercato la questione era stata solo rimandata, il nuovo regolamento sulle comproprietà non permette ulteriori proroghe. Verdi sarà o interamente rossonero o tutto granata, fermo restando la possibilità di rimanere ancora all’Empoli anche la prossima stagione. Sulla decisione non peserà solo il parere delle due società che detengono la metà del cartellino ma anche quella di Simone Verdi: al Torino il classe ’92 non aveva trovato lo spazio desiderato con Giampiero Ventura, scelta che visto quanto fatto dal tecnico sotto la Mole ha premiato proprio l’allenatore granata. Ma che potrebbe, al contrario, convincere Verdi a fare una scelta differente. 

 

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