L’ex granata ripercorre a Le Iene la vicenda di stalking che lo ha visto coinvolto: “Era una persona fidata. A Napoli sono passato per un infame”

Fabio Quagliarella si racconta ai microfoni de Le Iene, in una lunga intervista, e ripercorre la buia vicenda che ha segnato indelebilmente la sua vita negli ultimi cinque anni. Perseguitato da uno stalker, l’ex granata ha vissuto un incubo, cominciato durante il suo periodo a Napoli. Il colpevole, il poliziotto Raffaele Piccolo, è stato recentemente condannato a 4 anni e 8 mesi. “Era di famiglia – afferma Quagliarella riferendosi al suo persecutore – lo reputavo una persona di fiducia anche perché faceva un lavoro importante, faceva il poliziotto”. Poi le prime lettere: Lettere anonime, messaggi anonimi. Da foto di ragazzine nude, dove diceva sotto con tanto scritto che io ero un pedofilo, che io avevo a che fare con la camorra, che io avevo a che fare con la droga, che io avevo a che fare col calcio scommesse. Stiamo parlando di centinaia e centinaia di lettere”.

E la persona a cui il calciatore e la sua famiglia si affidarono fu proprio Piccolo, ormai diventato di casa. Il colpevole era, così, diventato titolare delle indagini e fu lui a sottoporre a Quagliarella le denunce da firmare, ovviamente mai depositate in questura: Era una persona che era diventata di famiglia. C’era un rapporto. Ti chiedeva i biglietti per venire allo stadio, ti chiedeva le maglie, ti chiedeva di firmare maglie, palloni. Ripeteva sempre: “Ci siamo quasi, lo stiamo per beccare, secondo me ancora un po’ di tempo. Stiamo capendo, non ti possiamo dire chi… perché dopo può darsi che…” ha sempre palleggiato così”.

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I messaggi continuano e vennero recapitati anche alla società partenopea, costringendo il club a cederlo, direzione Juventus: “Mi ricordo che dovevamo andare a giocare in Svezia. Io ero uno dei titolari. Prima della gara mi chiamarono e mi dissero “No, tu non giochi, non giochi perché…. ti abbiamo venduto, quindi fai meglio a non giocare”. Un attimo di shock”. Tanta la rabbia dei tifosi: “Sono passato per un infame, ma non c’entravo niente”. Durante la sua avventura al Toro, poi, un tentativo di farsi perdonare con il gesto delle scuse a seguito del rigore segnato: “Era per dire “Io contro di voi non ho niente, voi non mi avete fatto niente, cioè io non vi ho fatto niente. Capitemi.” Quel gesto lì poi mi ha fatto… ho dovuto rompere con il Toro. Poi, grazie ad un’intuizione del padre, arrivarono i primi sospetti su Piccolo, che hanno portato in breve tempo alla fine dell’incubo.


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AstroMaSSi
7 anni fa

Il rispetto dei tifosi si guadagna sul campo e fuori del campo. Quagliarella con i suoi atteggiamenti irrispettosi ed irritanti non lo ha fatto. Costantemente attento a non irritare i tifosi delle sue ex-squadre ha passato mesi a trascinarsi per il campo come se facesse un favore al Toro per… Leggi il resto »

AstroMaSSi
7 anni fa
Reply to  AstroMaSSi

Maledetto T9, maledetto cellulare!!!

Simone(Toroxever)dito su👆 per gli anonimi 🐰 🐰 🐰 68

A sto punto dopo le congratulazioni di rito per la risoluzione della vicenda e aver ricordato che umanamente non ha ancora imparato dai propri errori come notato anche dal buon @Zappo, direi che noi tifosi, per lo stesso reato di stalkeraggio, potremmo denunciare UC per i suoi 11 anni di… Leggi il resto »

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