Il borsino granata dopo il derby e in vista di Torino-Napoli: ecco chi sale e chi scende dopo la sfida tra Juve e Toro

Il cuore granata è vivo. Come tutte le componenti ormai fisse del derby torinese: la sfortuna, gli ultimi minuti fatali, le nefandezze arbitrali rigorosamente e puntualmente a favore loro, il retrogusto agrodolce nel non riuscire a ottenere quanto meritato mitigato dalla gioia consolatoria di essere diversi da loro, anzi praticamente agli antipodi. E poi stavolta comunque l’impresa la si è compiuta, sotto tanti aspetti, anche dal punto di vista del risultato in assoluto poiché nel loro impianto nessuno finora ne era uscito indenne, da ben 33 partite. Ci è riuscito il Toro, quello vero, che, pur consapevole dei propri limiti (anzitutto economici), ha affrontato l’avversario fissandolo dritto negli occhi ed ha quasi scritto un’altra pagina di quelle romantiche di una volta nella storia del derby, sfiorando l’impresa di battere i cugini forse nel periodo più vincente della loro storia giocando con un uomo in meno per quasi un tempo! Il tutto al termine della settimana dedicata agli Invincibili, quelli veri. Sarebbe bello immaginare che la punizione perfetta di Ljajic fosse stata telecomandata esattamente all’incrocio dei pali direttamente dal cielo, una magia balistica del genere probabilmente nei derby si è solo subita dai vari Platini, Baggio, Del Piero, Pirlo e forse occorre tornare ai tempi di Leo Junior per ricordare tale goduria.

E magari immaginare che sempre dal cielo sia stato trasmesso tale senso di orgoglio ritrovato a Sinisa Mihajlovic ed a tutti i ragazzi in campo a cui è mancata soltanto quell’esperienza, quell’astuzia e anche quel pizzico di cattiveria in più per ottenere il massimo: Acquah, già ammonito, avrebbe dovuto comunque risparmiarsi quell’entrata così decisa a centrocampo, Ljajic nel finale avrebbe dovuto gestire meglio un calcio di punizione e puntare sul possesso anziché scagliarlo in curva, Rossettini sarebbe dovuto uscire prima per impedire a Higuain di girarsi e battere a rete, anche spendendo un intervento poco ortodosso, tanto ormai era il 92’. E tutta la squadra avrebbe dovuto difendere con più ordine e col coltello tra i denti nel finale mentre invece in quell’azione negli ultimi sedici metri erano solo in quattro granata a difendere contro sei bianconeri, una proporzione quantomeno insolita in una circostanza del genere. Chi vuole minimizzare dirà che Allegri ha fatto ricorso ad un oculato turn over considerati gli impegni ravvicinati e che ormai l’obiettivo scudetto era al sicuro ma si potrà rispondere che il Torino, oltre a poter contare sì e no su un decimo dei loro introiti, ha giocato ingiustamente con un uomo in meno e, quel che più conta, non ha avuto paura di loro.

CHI SALE:
LJAJIC sceglie il momento migliore per regalare la prima perla su punizione al pubblico granata con una battuta balisticamente perfetta: basta questo gesto tecnico ad impreziosire la sua prestazione fatta di rinculi a caccia di palloni da lavorare e ripartenze, anche sprecate. Poco astuto nel finale quando anziché giocare palla su un altro calcio piazzato la butta in curva ma quel capolavoro che Alessandro Rosina nel 2008 sfiorò soltanto rimarrà a lungo negli occhi e nei cuori di tutti i tifosi.
HART sfodera una prestazione da fuoriclasse, da incorniciare. Nella partita più importante dimostra tutto il suo valore e il peso di un grande portiere nell’economia del risultato: bravo su Lichtsteiner, freddo e strepitoso su Dybala a fine primo tempo e su Bonucci nella ripresa. Accarezzava il sogno di restare indenne dopo quasi un girone intero ma viene svegliato al 92’.
MOLINARO sebbene fatichi un attimo a trovare le giuste misure contro gli ostici clienti che affronta, è uno dei migliori in campo per le provvidenziali chiusure in diagonale nella propria area, per l’intervento provvidenziale con il quale disturba Bonucci impedendogli un gol sicuro e per il continuo dinamismo in tutto l’arco del match. E non giocava da un mese…

STABILI:
OBI prende il posto di Baselli costretto ad uscire ad un quarto d’ora dalla fine. Il nigeriano deve badare al sodo ed effettua qualche buon recupero in mediana. E’ poco reattivo però nell’occasione del gol poiché viene anticipato da Asamoah che dà il la all’azione del pareggio di Higuain.
BASELLI la sua è stata l’ennesima partita positiva di questo scorcio di stagione, ancora una volta il più lucido e continuo dei suoi e il fatto di dover utilizzare cervello e polmoni in quantità superiore rispetto a qualche tempo fa ne ingigantisce i meriti e ne esalta i progressi. Cuce, effettua pressing vincenti a tutto campo e va anche al tiro pericolosamente. Si fa male ed è costretto a uscire nel finale ma sembra recuperabile per il Napoli.
ZAPPACOSTA attento e scrupoloso più del solito, dosa bene le sue sortite in avanti dal momento che deve stare attento nella fase di contenimento avendo di fronte un vero attaccante come Mandzukic e dovendo dare costantemente una mano ai propri compagni. Non corre rischi, qualche buon break ed è abile a conquistarsi corner e a mettere un buon pallone in area per il Gallo.
BELOTTI qualche giorno prima, nell’ambito della commemorazione, aveva letto i nomi degli Invincibili. Sabato sera li ha onorati disputando una partita a tutto campo, di puro sacrificio. Non sarà felice perché avrebbe voluto segnare e per non essere riuscito a vincere il derby ma al triplice fischio è stremato e ciò fa felici i tifosi granata.
BOYE’ il giovane argentino ci mette tutta la buona volontà per ben figurare nel derby. Lotta e pressa abbastanza, sradica anche qualche pallone al poco ispirato Cuadrado rendendosi utile in ripiegamento. Là davanti però non riesce a trovare la giocata né sulla fascia né accentrandosi e sbaglia troppi palloni.
BENASSI subentra nel momento più difficile, quello dell’arrembaggio finale. Cerca di tenere botta in una squadra in inferiorità numerica ma non brilla per interdizione e lucidità: ha una buona opportunità in area bianconera ma anziché mettere il pallone in mezzo a beneficio di un compagno fa qualcosa di incomprensibile tra tiro e cross.
FALQUE attento a garantire equilibrio, si rende utile in fase di copertura stando attento a controllare Acquah e Sturaro. In avanti una volta si propone in profondità e ha il merito di procurarsi la punizione che porta il Toro in vantaggio. Nel finale un buon numero per Benassi in attacco ma paga anche la stanchezza.
ROSSETTINI non era certamente facile riuscire a superare indenni la prova dello Stadium dove tutti hanno subito almeno un gol e, pur con qualche affanno, con l’aiuto dei compagni l’ex Bologna era quasi riuscito a sfangarla. Fino al 92’ quando anziché francobollarsi al Pipita o spendere un intervento falloso per fermarlo gli concede il solito spazio per infrangere il sogno più bello.
MORETTI salterà per squalifica la prossima partita a causa di un cartellino giallo comminato nei primi minuti. Nonostante questa spada di Damocle e la sua non più tenera età, però, tiene botta fino alla fine intercettando palloni sanguinosi in area e chiudendo ottimamente su Dybala e Higuain.

CHI SCENDE:
ACQUAH disputa un’altra buona partita dimostrandosi fondamentale in questo sistema di gioco, vince diversi duelli fisici, è ruvido ma efficace. Non merita la prima ammonizione su Dybala e arriva prima di Mandzukic sul pallone nell’azione clou, ingiusta dunque la sua espulsione. Ma non si può sottacere una buona dose di imprudenza ed incoscienza nel compiere un’entrata del genere che di fatto condiziona negativamente il resto della partita dei granata.


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Torello72
Torello72
6 anni fa

Purtroppo il Cuore non basta

tric
6 anni fa

Hart è certamente un buon portiere ed è anche simpatico. Forse per questo ha una claque che supera i suoi meriti effettivi.

poggiardo granata69
poggiardo granata69
6 anni fa

ormai è consuetudine con questi qua prendere il gol nei minuti finali.tutto ciò non mitiga la gioia che ho avuto nel farli tremare in casa propria e aver interrotto la loro serie di 33 vittorie.certo qualcuno dirà che loro non avevano i titolari, ma noi non abbiamo il loro budget.i… Leggi il resto »

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