Francesco Graziani, per tutti i tifosi granata semplicemente Ciccio. Dopo l’esordio in serie B poco più che diciottenne con la maglia dell’Arezzo, viene acquistato dal Toro nell’estate del 1972 su suggerimento di quel gran conoscitore e maestro di calcio che rispondeva al nome di Giacinto Ellena; rimane tuttavia in Toscana ancora per una stagione, approdando in granata nel 1973 solo dopo lo svolgimento del servizio militare.

Il suo esordio in massima serie è datato 18 novembre 1973, dove nel pareggio di Marassi (1-1 contro la Samp) fa per la prima volta coppia in attacco con quello che per quasi un decennio diventerà il suo gemello, Paolino Pulici.
Un affiatamento unico, quasi istintivo, quello con Pupi; nonostante le diversità, tecniche e caratteriali, i due sul rettangolo verde si trovano a meraviglia. “Con Paolo non c’era bisogno di dirsi una parola, bastava un gesto o uno sguardo con la coda dell’occhio e tutti e due sapevamo già cosa avrebbe fatto l’altro” dirà Ciccio in più di una occasione. Ed i gol arrivano a raffica; saranno 122 in totale tra campionato e coppe, settimo marcatore granata di sempre ad una sola distanza dal Capitano per antonomasia, Valentino Mazzola fermo a quota 123. Molto spesso nella marcatura dell’uno c’è lo zampino dell’altro; si aiutano, si cercano, si completano. Emblematica in questo senso è la rete simbolo della storia granata, quella che tutti abbiamo nel cuore ancora prima che negli occhi: è il 16 maggio del 1976, in un Comunale vestito interamente di granata il cross dal fondo è di Ciccio, il tuffo perfetto è di Pupi, che anticipa Danova ed insacca alle spalle di Boranga per la rete del settimo sigillo. Nel corso della stagione successiva, quella dei famosi 50 punti contro i 51 bianconeri, Graziani si toglie addirittura la soddisfazione di vincere la classifica marcatori con 21 reti, esattamente quante ne realizzò Pulici nell’anno dello scudetto.

Gioca ancora in granata per alcune stagioni, fino all’estate del 1981 quando per esigenze economiche viene sacrificato sull’altare del bilancio ed assieme al compagno Pecci approda alla Fiorentina, con la quale sfiorerà lo scudetto al termine del campionato 81/82. Passa poi alla Roma ed all’Udinese, per poi chiudere la carriera agonistica a trentasette anni nell’Apia Leichhardt, squadra australiana con sede a Sidney.
A distanza di anni, se gli si chiede un ricordo degli anni in granata, Ciccio risponde: «Non dimenticherò mai l’istante in cui uscii dal tunnel degli spogliatoi per l’ultima gara in casa, contro il Cesena nel 1976. C’era uno striscione, “Forza ragazzi, Superga vi guarda”, un muro umano impressionante, quei cori, quelle bandiere. Lì capii esattamente cosa significava giocare con il peso della storia addosso, lì capii cosa voleva dire giocare nel Toro».


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La rassegna stampa del 16 dicembre 2015