Per Belotti carisma e voglia di tornare protagonista: Guia, poco carisma e polso, gli toglie pure un gol

Settantasei giorni lontano dal campo dopo averne passati quaranta senza riuscire ad allenarsi. Belotti è tornato ed è sembrato non essersene mai andato. Non quando ha messo quel pallone a Warming trovando il compagno colpevolmente in ritardo, non quando ci ha provato di testa avvicinandosi al pareggio, non quando il gol lo ha trovato davvero, prima del Var, di Guia e di quella decisione di cui si continua a parlare da ieri. La nota lieta di una serata amara: il Gallo ha fatto il Gallo, ha fatto il Capitano. Ha trascinato stadio e compagni a dispetto dei due soli allenamenti sulle gambe, facendo capire perché il popolo granata ama così tanto questo ragazzo. L’ovazione durante la lettura delle formazioni, quella durante il suo riscaldamento, gli applausi quando finalmente è entrato in campo. La gente del Toro si aggrappa al Gallo qualunque cosa accada: è bastato che toccasse il primo pallone per riaccendere gli spalti, ammutoliti al pensiero dell’ennesima beffa. E in un attimo tutto il resto è passato in secondo piano: il contratto, le firme, le frecciatine. C’era il Gallo e c’erano i suoi tifosi, c’era il Toro di Belotti, giocatore dotato di quella personalità che di contro l’arbitro non ha dimostrato di avere. Per tutta la ripresa i giocatori del Venezia si sono presi gioco del fischietto di Olbia – tentando di spezzettare il più possibile il gioco – che mai ha dato l’impressione di avere in mano la partita e che ha avuto per due volte bisogno del Var per intervenire in occasione di altrettanti episodi decisivi. Questione di carisma. E di bravura.

Andrea Belotti
Andrea Belotti
TAG:
home

ultimo aggiornamento: 13-02-2022