Quando Israel sarà al 100% il secondo portiere dovrà farsi da parte: che peccato dover fare a meno di un Paleari così impattante

È il ruolo del secondo portiere, è il suo destino. Dimostrare di essere pronto all’occorrenza, non far rimpiangere il titolare ma poi tornare al proprio posto. Facile a dirsi in teoria, ma quando nella pratica il portiere di riserva è colui che in due partite consente alla squadra di portare a casa 4 punti, frutto di una vittoria e di un pareggio su un campo ostico, beh allora diventa più complicato fare i conti con questa situazione. Alberto Paleari ha fatto quello per cui ha lavorato da quando poco più di un anno fa è arrivato al Torino: scendere in campo consapevole di poter dare il proprio contributo perché, del resto, è così che funziona. Lo sa bene il secondo portiere granata, lo ha spiegato chiaramente ma certo riesce difficile pensare che dopo due prestazioni così il giocatore del Torino torni a riaccomodarsi in panchina. Anche perché al di là delle partite dove l’intera squadra ha avuto un crollo (contro Inter e Atalanta, ma pure a Parma), Israel ha dimostrato sì affidabilità anche se non è nelle sue corde un’esplosività che è più la caratteristica di un portiere vecchio stampo come Paleari. Bravo sì tra i pali ma che ha dimostrato – come ieri a Bologna – di avere anche una personalità che lo ha portato a sbrogliare altre occasioni potenzialmente pericolose. E dunque, venendo al nocciolo della questione, nessuno di noi vorrebbe essere nei panni di Baroni, chiamato – non appena Israel sarà al 100% – ad un avvicendamento necessario, perché così impongono le gerarchie, ma un po’ ingiusto (se il termine è consentito, pur essendo consapevoli di quanto siano altre le cose veramente ingiuste) nei confronti di chi è talmente lanciato da non meritare di essere fermato. Di sicuro la scelta sarà difficile: come rinunciare a un giocatore quando è così in forma?

Marco Baroni,
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ultimo aggiornamento: 30-10-2025