Paolino è talmente intriso di granata da non meritare di essere strumentalizzato da nessuno: Pupi è il Toro e non ha bisogno di inviti né del perdono di nessuno

Ricostruzioni fantasiose, critiche, dibattiti. Eppure stiamo parlando di Paolo Pulici, un uomo che avrebbe tutte le ragioni del mondo per vivere sotto i riflettori (quelli granata poi…) e che invece ha scelto di non farlo, che non ha bisogno di alcuna pubblicità, che non ha bisogno di inviti, che non ha proprio nulla da farsi perdonare e che non deve fare pace con nessuno. Leggiamo in queste ore di Paolo Pulici e improvvisamente è quasi come se non lo conoscessimo, come se improvvisamente avessimo dimenticato chi è Puliciclone. Che Pupi è il Toro. Che Paolino è talmente intriso di granata da non meritare di essere strumentalizzato in questo modo. Da nessuno: né dai tifosi né da un club per il quale il Pulici giocatore ha dato tutto ricevendo in cambio, specie negli ultimi vent’anni, al massimo una pacca sulla spalla.
Pulici ha scelto di onorare gli Invincibili a modo suo, senza clamore. Una giornata torinese organizzata per omaggiare il Grande Torino, in compagnia di qualche vecchio amico. Un pranzo a due passi dal Fila prima di salire al Colle. Si sparge la voce, «C’è Pupi». Ed è così che nasce quella visita improvvisata: il Fila – quello vero, non quello blindato 360 giorni su 365 l’anno – per Pulici è Casa, con la C maiuscola. Curioso che qualcuno abbia potuto leggerlo come un suo avvicinamento alla società: la distanza resta abissale ed è confermata anche dalla scelta del club di Cairo di affidarsi, nel giorno del compleanno del bomber, ad un misero messaggio di auguri sul sito, sbrigativo e anonimo («in granata ha conquistato anche una Coppa Italia (nel 1971) e uno Scudetto (nel 1976»). Zero foto, zero impatto social, come invece accade anche per l’ultimo degli acquisti. Fantasioso parlare di inviti, fantasioso pensare che improvvisamente il pensiero critico di Pupi, dettato dal suo amore viscerale per il Toro, sia cambiato. Triste pensare che qualcuno ci sia cascato, credendo che un selfie con Vagnati avesse chissà quale significato quando invece, al massimo, sembra più il disperato tentativo del dirigente più fischiato a Superga di ottenere qualche consenso. Perché Pupi è Pupi: Pupi è il Toro.

Pulici
Intervita a Paolo Pulici
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ultimo aggiornamento: 06-05-2025