Le parole del tecnico granata a poche ore dalla sfida contro il Lecce al Via del Mare, valida per la 13a giornata
Mancano ormai poche ore al fischio d’inizio di Lecce-Torino. Baroni e Di Francesco stanno ora sciogliendo gli ultimi dubbi di formazione per decidere chi saranno i 22 che prenderanno parte all’incontro dal primo minuto. Il Torino dopo l’ultima disfatta casalinga contro il Como cercherà di ottenere un buon risultato in trasferta per conquistare punti importanti. Baroni contro il Lecce non avrà a disposizione tutti i suoi uomini: Ilic e Ismajli non hanno ancora recuperato dall’infortunio, mentre Biraghi e Njie rimarranno fermi ai box a causa di una sindrome para-influenzale. A Dazn, pochi minuti prima del match, Baroni è tornato sulla scelta di Israel spiegando: “Torna a giocare lui, Paleari ha qualche problemino fisico e quindi non sarebbe comunque stato della partita“.
Le dichiarazioni di Baroni
Come sta Adams? Cosa si aspetta da lui?
“E’ recuperato, è un giocatore che sa sempre spendersi in campo, è un ragazzo sempre positivo e ha una sua energia che prescinde da tutto”.
Tre black out in 12 giornate. Quali tasti ha toccato per evitarli in futuro?
“La mentalità è un fattore dapprima individuale che poi diventa collettivo, è l’elemento centrale della prestazione perché consente di esprimere quello che si ha dentro. La squadra non ha ancora trovato continuità sotto questo punto di vista; ha recuperato molte volte il risultato, a dimostrazione che la base caratteriale c’è, ma è la reazione immediata ad una rete subita il primo punto di miglioramento. Lo troveremo presto”.
Che reazione si aspetta di vedere?
“Mi aspetto una prestazione di vigore e di carattere”.
Ora che ha tutti i quinti a disposizione, Pedersen può rifiatare?
“Non ho tutti i quinti a disposizione perché Biraghi ha avuto un problema. Con il Como hanno giocato tutti gli altri tre quinti, i calciatori si allenano per giocare le partite, le rotazioni fanno parte dei momenti, come quando ci sono turni infrasettimanali oppure in base alle condizioni individuali. Nel caso di Pedersen deciderò all’ultimo”.
Quante volte avete rivisto la sconfitta col Como?
“L’abbiamo rivista molte volte. La squadra deve avere più attenzione nell’ultimo metro di gioco, sia nella fase offensiva che difensiva. E questa sarà la nostra chiave primaria di miglioramento”.
A Lecce ha giocato e allenato: che ricordi ha e che cosa serve?
“E’ una città meravigliosa e la squadra si porta sempre dietro un grande attaccamento della sua gente. E’ un ambiente in cui si sente forte questo connubio: per questo motivo l’unica strada per noi sarà fare una partita di alto spessore”.
In porta torna Israel o gioca Paleari?
“Torna Israel”.
Vlasic è ovunque: lei lo vede meglio mezzala o trequartista?
Vlasic è un calciatore di squadra e capisce che la sua collocazione è funzionale al rendimento complessivo. Si sa sacrificare ed è convincente in qualunque ruolo lo si utilizzi”.
Ci aspettiamo qualche cambiamento tattico come due trequartisti dietro la punta?
“La squadra deve avere una sua identità indipendentemente dalle assenze. Con il Como ci è mancato equilibrio soprattutto nella parte finale della partita. A Lecce, anche in attacco, cercheremo di trovare le soluzioni migliori”.
A Zapata servono più cross. Come si fa ad assisterlo nel migliore dei modi? Questione di scelte o di tempi?
“Più che scelte diverse di gioco, servono tempi di gioco diversi. Una maggior velocità nella rifinitura senza rallentare le azioni quando c’è lo spazio per chiuderle. Zapata si alimenta nel ritmo offensivo, e questo è il modo migliore per poterlo servire”.
Tornerà a quattro in difesa, anche in vista della Coppa d’Africa?
“Conosciamo i problemi del futuro ma ora lavoriamo sul presente. In prospettiva comunque può essere una soluzione alternativa perché la squadra la conosce ed è in grado di poterla interpretare”.
