Fra due giorni la sfida tra il Torino e il Venezia: Paolo Vanoli presenta il match in programma venerdì 2 maggio alle 20.45 al Grande Torino
Due giorni al match tra il Torino e il Venezia. Vanoli in conferenza stampa presenta la gara che lo metterà di fronte con il suo recente passato. “L’emozione di affrontare il Venezia l’ho provata più nella prima partita, che è arrivata a inizio campionato, subito dopo quello che avevamo fatto l’anno scorso. Ora è passato più di un girone. Il Venezia è una squadra che si è ravvivata perché deve salvarsi, gioca un buon calcio e per questo faccio i complimenti a Di Francesco. Il Venezia è anche una squadra che sta sempre in partita, che è pericolosa sui calci piazzati. Sappiamo qual è il loro obiettivo ma vogliamo i tre punti e dobbiamo restare concentrati”.
La conferenza stampa di Vanoli
Quando all’andata avete affrontate il Venezia era avete in un momento diverso, come è cambiato il Torino in questi mesi?
“Era un buon periodo, avevamo iniziato con il piede giusto. Poi sappiamo cosa è successo. Nel girone di ritorno siamo cambiati molto, abbiamo cambiato anche il sistema di gioco. Purtroppo nell’ultimo periodo abbiamo avuto delle defezioni che non ci hanno aiutato”.
Che approccio servirà contro il Venezia?
“Deve esserci sempre un approccio importante, dobbiamo lavorare sulla nostra mentalità. A Napoli mi ha dato fastidio il fatto che non abbiamo capito come affrontare la partita, le varie gare non le puoi affrontare in una sola maniera. Noi sappiamo che ora giochiamo contro squadra come Venezia e Lecce che si giocano tutti, ma dobbiamo affrontare le partite con la mentalità giusta”.
Affrontate tutte squadre che sono in lotta per i loro obiettivi, il Toro più o meno i suoi obiettivi li ha raggiunti
“Il più o meno mi da fastidio. E’ bello affrontare partite contro squadre che hanno motivazione, se in futuro vogliamo lottare per qualcosa, queste partite diventano decisivi e dobbiamo imparare ad affrontarle anche adesso. La squadra deve essere pronta a queste gare, la mentalità deve essere questa. Queste partite sono un allenamento per la mentalità, dobbiamo crescere su questo aspetto. Noi dobbiamo guardare avanti, sapendo le difficoltà che andremo ad affrontare”.
Come stanno i vari infortunati?
“Ricci non lo abbiamo per questa partita, la tendinopatia gli dà ancora fastidio. Abbiamo perso Lazaro per squalifica, tuti gli altri invece ci sono”.
Perché a Napoli sei tornato alla difesa a tre?
“Nel cambiare il sistema di gioco hanno pensato le defezioni, l’unico sostituto di Lazaro è Gineitis che era squalificato. Visto che nella prima parte di stagione avevamo lavorato sul 3-5-2 abbiamo iniziato così, poi ho potuto cambiare perché avevo Lazaro e Vlasic in panchina, che li avevamo recuperati all’ultimo. Con il Venezia decideremo, abbiamo Gineitis”.
Giocherete alla vigilia del 4 maggio, quanto questo darà qualche motivazione in più?
“La storia di questo club deve essere ogni giorno una motivazione per noi, io l’ho detto dall’inizio, anche durante la settimana cerca di far capire a tutti che maglia indossiamo, sarebbe un errore soffermarsi solo alla data del 4 maggio. Quella è una data speciale ma andare a Superga per noi è un dovere più che un diritto. Dobbiamo andare a onorare una squadra irripetibile, 10 giocatori su 11 in nazionale. Ma andiamo anche a onorare tutte le persone che hanno perso la vita in quell’incidente. Ma dobbiamo cercare di onorare il Grande Torino ogni volta che scendiamo in campo”.
Buffon nei giorni scorsi ti ha fatto i complimenti, cosa ne pensi?
“Non l’avevo letto, se ha detto queste parole lo ringrazio. Devo ringraziare io Buffon perché ho avuto la fortuna di giocare a Parma con lui, con uno dei più grandi portieri al mondo. Appena arrivato al Parma mi ricordo che mi chiesero quale giocatore mi aveva impressione di più. Oltre a essere una grande giocatore è un grande uomo. Io non guardo lontano da quello che è il domani, guardo al presente, se oggi ho la fortuna di allenare questa grande squadra è grazie al lavoro che ho fatto fino
Hai visto dei video sui 4 maggio passati? Cosa ti ha colpito?
“Ho la fortuna di avere un addetto stampa che mi racconta sempre aneddoti, ricordi particolari, racconti che fanno venire anche la pelle d’oca. Cerco di trasferire, quello che ho imparo, ho utilizzato anche di recente una frase di Pulici per far capire cos’è il Toro. Quale? Te lo dico a fine campionato. Non è vero che in campo non onoriamo la storia, a volte però le cose non riescono”.
Vlasic ha bisogno ancora di essere dosato?
“No, a Napoli era appena rientrato. Ora ha tranquillamente i novanta minuti sulle gambe. Lazaro a Napoli arrivava da un infortunio diverso e aveva bisogno di una gestione differente”.
Che percorso sta facendo Dembélé?
“Un allenatore deve tenere anche alto l’entusiasmo del giovane che non gioca, Ali era venuto a parlarmi prima della partita contro l’Udinese dicendomi che era triste perché non giocava, io gli ho detto che nel calcio tutto può succedere e poi è entrato e ha fatto gol. Ha fatto un percorso bellissimo con me. Io quando è arrivato a Venezia non lo conosceva, il ds mi ha detto che c’era questo ragazzo che aveva visto nel settore giovanile del Torino, lo ha preso all’ultimo giorno di mercato e la sera è arrivato in stazione con il treno alle 23.30. Poteva arrivare il giorno dopo, farsi portare, invece aveva voluto venire. Questo dimostra che ragazzo è Alì”.
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“Infatti stavo pensando di fargli fare un minuto e toglierlo (ha scherzato, ndr). L’importanza di Samuele la conosciamo tutti, a Napoli ha provato fino all’ultimo ma a volte è meglio avere un giocatore che sta bene al 100% piuttosto che uno che sta al 50%. Adesso questo non è un problema grave che ha, bisogna solo attenderlo”.
