Granata in crisi di certezze: all’Olimpico arriva un Milan plasmato da Allegri a sua immagine e somiglianza

Due sconfitte consecutive, l’umiliazione subita dal Como e la mancata reazione di Lecce. Dopo aver costruito qualche certezza grazie a buone prestazioni contro avversarie di livello come Juventus, Roma e Napoli, il Torino si è improvvisamente sgretolato, perdendo compattezza e punti di riferimento sotto i colpi dei lariani.

Ora, per i granata, si profila un’altra serata ad altissima difficoltà, alla luce delle ultime settimane. Lunedì, allo stadio Olimpico Grande Torino, arriverà infatti il Milan di Max Allegri.

I pilastri di Allegri e l’imbattibilità del Milan

Capolista a pari merito con il Napoli, il Milan, dopo il ko nella prima giornata contro la Cremonese, non ha più conosciuto la sconfitta, trasformandosi progressivamente in un gruppo a immagine e somiglianza del proprio allenatore. Cinismo, solidità difensiva e predisposizione al sacrificio: grazie anche a questi tre concetti, i rossoneri vantano oggi la striscia di imbattibilità più lunga del campionato. In una Serie A senza vere dominatrici, Allegri ha capito che per ottenere il massimo bastano pochi concetti applicati con rigore nei momenti chiave della partita.

Il tecnico livornese ha inoltre individuato quattro pilastri su cui costruire il suo progetto, vere e proprie colonne portanti della sua mentalità: Maignan, tornato ai livelli delle sue prime stagioni in rossonero; Gabbia, ormai una certezza nel reparto arretrato; Modric, faro tecnico e carismatico; e Rabiot, il suo uomo di fiducia e garanzia di equilibrio. Profili esperti, capaci di trasmettere leadership e attorno ai quali l’allenatore sta plasmando le basi del nuovo Milan.

Il sacrificio auto-imposto ed il difetto dei rossoneri

Come detto, il cinismo rappresenta una delle armi principali dei rossoneri. Solo in due occasioni, infatti, il Milan ha vinto con più di due gol di scarto: alla seconda giornata contro il Lecce e alla quarta contro l’Udinese. Per il resto, compresi i tre recenti 1-0 nei big match contro Lazio, Inter e Roma, la forza del Milan è stata trovare il gol con le qualità di Leao, Pulisic e del reparto offensivo, per poi gestire gli ultimi 20-25 minuti concedendo il possesso all’avversario e quasi auto-imponendosi un disciplinato sacrificio difensivo.

C’è però un limite che la squadra di Allegri ha mostrato, un paradosso che finora caratterizza la stagione rossonera: le avversarie che hanno messo più in difficoltà il Milan sono infatti state Parma e Pisa, squadre che ti obbligano a prendere in mano le redini della partita dettandone il ritmo, e contro le quali si rischia più facilmente un calo d’attenzione. È proprio in questo contesto che emerge l’unica vera criticità dei rossoneri: quando devono condurre la partita dall’inizio alla fine, la lucidità può calare.

Massimiliano Allegri, head coach of Juventus FC, gestures during the Serie A football match between Torino FC and Juventus FC.

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ultimo aggiornamento: 03-12-2025