Amato, odiato e sempre al centro del dibattito calcistico: il VAR è la tecnologia che ha rivoluzionato il gioco del calcio e che ha dato nuovi significati al concetto di “moviola in campo”.

Amato, odiato e sempre al centro del dibattito calcistico: il VAR è la tecnologia che ha rivoluzionato il gioco del calcio e che ha dato nuovi significati al concetto di “moviola in campo”.  Come ormai tutti sanno VAR è l’acronimo di Video Assistance Referee ed è uno strumento introdotto nella SERIE A di calcio dalla stagione 2017/2018

Si tratta di un assistente video che consente all’arbitro di correggere eventuali errori di identificazione degli eventi di gioco ma che, come vedremo, può essere chiamato in causa in momenti particolari. Il VAR,in pratica, è un replay di cui l’arbitro dispone per indagare sulle dinamiche di quelle azioni che, per via della concitazione del momento o della distanza, risultano essere poco chiare. 

È ovvio che si tratta di uno strumento di supporto al lavoro arbitrale, sempre soggetto a pressioni e sotto la lente d’ingrandimento di tifosi, società e leghe. È quanto sostiene anche Gianpaolo Calvarese nell’intervista sul VAR condotta da ExpressVPN: la possibilità di rivedere al replay un’azione di gioco ha cambiato in positivo il lavoro degli arbitri perché ha ridotto il (fisiologico, c’è da aggiungere) margine d’errore. Anche per questo la tecnologia che c’è dietro la super-moviola del calcio suscita l’interesse di sempre nuovi campionati.

Il VAR torinese in MSL

È questo il caso della Major League Soccer statunitense e canadese dove, da poco, è approdata un VAR tutto italiano, anzi, Made in Torino. L’azienda madre ha già fatto la sua comparsa in Bundesliga, ma stavolta ha raggiunto mire ancora maggiori sbarcando Oltreoceano. 

Sportec Solutions, azienda torinese sorta nel 2016 dalla cooperazione tra Deltatre e Deutsche Fußball Liga, è stata selezionata per fornire il sistema di Video Assistant Referee (Var) fino al 2030

La notizia è stata annunciata dalla stessa Deltatre. Sportec Solutions ha già introdotto con successo il Var e la Goal Line Technology approvata dalla FIFA nella Bundesliga tedesca dalla stagione 2022/2023. A brevissimo, dunque, la tecnologia verrà perfezionata e utilizzata per le 530 partite di campionato e le 77 partite della Leagues Cup.

Una delle novità introdotte è l’annuncio delle decisioni Var al microfono, voluta per rendere il processo più trasparente per gli spettatori. È prevista anche la creazione di un nuovo centro operativo per Var, raccolta dati e assistenza medica ad Arlington, in Texas. Christian Holzer, direttore generale di Sportec Solutions, ha commentato che l’inaugurazione della nuova sede negli Stati Uniti evidenzia l’impegno dell’azienda nell’espandersi in altri campionati del Nord e del Sud America.

Il VAR e le nuove frontiere del calcio

Le competizioni che utilizzano il VAR aumentano anno dopo anno. Dietro questa sempre maggiore adesione c’è l’obiettivo dei campionati di offrire allo spettatore un gioco attraente ma pulito, scevro quindi da tutto ciò che rende poco chiaro ai non addetti il processo decisionale arbitrale.

A tal proposito, come spiega Calvarese nell’intervista citata, il gioco del calcio potrebbe trovarsi dinanzi a ulteriori nuovi cambiamenti, come il subentro del challenge. Per comprendere di cosa si tratta bisogna sapere che, di fatto, il VAR non può essere interpellato a piacimento dall’arbitro. Le casistiche in cui è contemplato, infatti, sono solamente quattro: assegnazione del gol, assegnazione del calcio di rigore, espulsione diretta (quindi non per doppio giallo) e per errore di identità. L’aggiunta del “challenge” permetterebbe alla squadra che ne fa ricorso di chiedere l’intervento del VAR per rivedere le decisioni dell’arbitro

In tantissime competizioni sportive come tennis, football americano e cricket il “challenge” (alias “sfida”) è già presente con precise regole di richiesta. Generalmente ogni squadra ha un numero limitato di sfide che possono essere effettuate durante una partita. 

Quando la revisione tramite VAR dimostra che l’arbitro ha preso una decisione errata, la squadra che ha effettuato la “challenge” può mantenere il diritto di sfidarne altre durante la stessa partita. Tuttavia, se la decisione dell’arbitro viene confermata, la squadra perde la possibilità di effettuare ulteriori “challenge”.

Un sostegno per gli arbitri

È importante notare è che non si tratta di uno strumento punitivo nei confronti dell’arbitro, dal momento che sia in campo che nella sala con gli schermi sono presenti funzionari AIA specializzati; il VAR, piuttosto, nasce a sostegno dell’attività arbitrale e per offrire ai tifosi un’esperienza di totale trasparenza. 

L’aumento delle prestazioni fisiche e della complessità di gioco rende necessario un aggiornamento continuo. In una manciata di millesimi di secondo, infatti, si verificano dinamiche che neanche il più fine degli osservatori potrebbe cogliere e che, proprio grazie al VAR e alle sue infinte possibilità di applicazione, contribuiscono a rendere l’arbitraggio più trasparente


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