Torna l’appuntamento con il borsino di Carlo Quaranta: ecco chi sale e chi scende dopo Lazio-Torino
Il Torino resta fedele a se stesso e nemmeno per Pasqua regala una sorpresa a se stesso ed ai propri tifosi: come da copione ormai consolidato, i granata disputano una prova convincente contro una delle prime otto in classifica ma non riescono a condurla in porto per un nonnulla. Come già ripetuto in queste ultime settimane, con una classifica ormai senza preoccupazioni né ambizioni particolari, il risultato conta relativamente ed è più importante in questa fase valutare l’approccio, la prestazione, i progressi (sia dei singoli che collettivi), i dettagli. Sennonché, se fino al 92’ ci si poteva ritenere soddisfatti, proprio il dettaglio nella mancanza di attenzione, di motivazione extra, di braccino corto negli ultimi minuti sta diventando (anzi lo è già da tempo!) un aspetto importante sul quale concentrarsi ancora più approfonditamente poiché non è ammissibile gettare via tanti punti alla fine, sia per la classifica che per una piena autostima: da inizio campionato sono già 17 i punti persi da situazione di vantaggio, dei quali 14 negli ultimi 15’, 11 dall’85’ in poi.
Così come contro il Milan una settimana prima, anche contro i capitolini Belotti e compagni hanno dimostrato maturità nella gestione del match, non concedendo il tiro agli avversari – che pure hanno pressato alto e tentato di giocare in velocità per opporsi alle marcature a uomo – e azzannando al momento giusto. Anche le statistiche hanno dimostrato che si è giocato alla pari, pure per quanto riguarda i tiri in porta (ma i granata hanno anche colpito un palo). Insomma una maturità ed una consapevolezza quasi completa ed in quel “quasi” una buona fetta è proprio relativa a “quel” dettaglio sul quale nemmeno il rude Juric è ancora riuscito ad incidere. E poi c’è sempre quella lacuna – anche in questo caso cronica – di prestazioni e risultati contro le ultime otto, un altro aspetto a cui si dovrà porre presto rimedio ed a tal proposito la prossima partita contro lo Spezia capita a fagiolo. Confidando magari nell’ennesimo recupero fisico del Gallo o quantomeno che la nuova speranza Pellegri, una volta sbloccato, confermi quanto di buono fatto vedere fino al 91’.
Lazio-Torino, chi sale
VOJVODA duella sin dall’inizio con Lazzari sul quale talvolta usa le maniere forti, sbroglia tantissime situazioni in difesa ed è provvidenziale in scivolata su Felipe Anderson. Peccato per quella conclusione un po’ “masticata” nel p.t.
PELLEGRI con uno stacco perentorio su calcio d’angolo di Rodriguez realizza il primo gol in maglia granata con tanto di esultanza liberatoria. Si fa anche ammonire e – come già accaduto a Sanabria contro l’Inter – perde un pallone esiziale al 91’. Ma sono senz’altro maggiori i meriti.
RODRIGUEZ senza dubbio tra i migliori in campo, sia nel controllo di Felipe Anderson sul quale è spesso in vantaggio in area che nelle gittate precise sia in movimento che da fermo sui corner (tra cui quello che frutta il gol).
RICCI gioca una partita con grinta e carattere adeguandosi a quanto gli viene chiesto. Segue Luis Alberto sul quale è sempre piuttosto attento così come su Basic nella parte finale. Ci prova di testa sotto porta e conferma costanti e significativi progressi.
AINA dopo due mesi di bocciature esplicite, Juric lo manda in campo dall’inizio per la prima volta nel 2022 e lui approfitta del momento no di Singo facendosi trovare pronto con una prestazione finalmente convincente.
Lazio-Torino, stabili
POBEGA controlla da vicino Milinkovic-Savic e lo contiene a fatica (per due volte il serbo impegna Berisha) ma quando esce nel finale ai granata va ancora peggio… per il resto solita intensità, strappi ed inserimenti ma anche qualche errore nei passaggi.
LUKIC stavolta tocca a lui giocare qualche metro più avanti del solito, sempre molto dinamico, va incontro al possessore di palla per ricevere e proporsi all’impostazione e si allarga sulla destra. Con costrutto Disturba Leiva e va anche al tiro.
BREKALO non attraversa un periodo particolarmente ispirato, le sue iniziative non producono assist o gol anche se si districa bene nel traffico e dà l’avvio a diverse azioni. E un erroraccio nel controllo al limite della propria area sarebbe potuto costare carissimo nel finale.
IZZO altra buona prestazione del difensore campano che non concede nulla a Zaccagni e che per poco non segna con un colpo di testa salvato sulla linea da Felipe Anderson. Peccato si faccia male e debba uscire poco dopo.
BREMER all’ennesima prova del 9 (nel senso di centravanti avversario da annientare) appare fin troppo sicuro di sé e se per larghi tratti sembra cavarsela anche sullo sgusciante Immobile dal quale è beffato proprio sul gong. Sfortunato nel colpire il palo su colpo di testa.
ZIMA subentra ad Izzo e tiene bene il campo nel finale. A parte un’incomprensione aerea con Berisha gestisce bene chiudendo efficacemente anche su Basic e dimostrandosi affidabile.
BELOTTI stretto nella morsa Acerbi – Patric, non riesce a essere protagonista. Cerca di rendersi utile anche nei panni di suggeritore e nelle occasioni avute è bravo a smarcarsi ma non altrettanto nell’impatto col pallone. Resta ancora una volta vittima di un infortunio muscolare, stagione non fortunata.
BERISHA una parata nel primo tempo e soprattutto un bel colpo di reni sul colpo di testa di M. Savic al 76’. Ma non è totalmente esente da colpe sul cross che propizia il pari e nelle uscite alte in generale.
Lazio-Torino, chi scende
SINGO subentra nell’ultima quarto d’ora ma si rivela una scelta infelice poiché è troppo compassato, si fa soffiare palla da Zaccagni e nel finale non chiude la diagonale su Immobile che firma il pari.
