A Vanoli sarebbe bastata una punta, dopo aver risolto da solo i problemi di una squadra già incompleta: invece ecco un giocatore da 0 gol
Serviva una prima punta, un centravanti, il sostituto di Zapata. Il minimo di cui una squadra di calcio ha bisogno, del resto, qualunque sia il sistema di gioco. Serviva al Torino e lo avrebbe voluto Vanoli (come dargli torto?), una volta perso per infortunio il suo capitano. Non sono bastati oltre 120 giorni per riuscire in questa grande impresa: la dirigenza quel giocatore non lo ha trovato. Salama? Nulla di personale contro il ragazzo, al massimo contro i numeri che sono il suo biglietto da visita.
Diciannove presenze in stagione, tra Ligue 1 e Coppa di Francia. Gol? Zero. Nelle 88 tra Ligue 1, Ligue 2 e Squadra B, ci mettiamo anche quella, ha segnato 5 reti. Cinque. Una media di 0.0013. Saremmo ben felici di dire: “C’eravamo sbagliati”. Poi però ci ricordiamo dei Gojak, degli Okereke, degli Haveri, dei Gravillon, dei Seck, dei Bayeye, dei Warming, dei Kabic… Non serviva chissà quale sforzo per aggiustare la squadra costruita non benissimo nella sessione estiva di mercato. Anche perché a quello ci aveva già pensato Vanoli. nonostante una campagna acquisti focalizzata apparentemente sul 3-5-2. Senza un difensore mancino da alternare a Masina, con giocatori più adatti alla difesa a quattro che a tre, senza l’esterno più brillante sul quale aveva puntato e infine senza la punta nonché giocatore più rappresentativo (in questo caso infortunatosi), l’allenatore è riuscito a far legna col materiale a disposizione. Mancava solo la punta: un giocatore in grado di incidere da subito e di essere pronto ad aiutare la squadra. Tra operazioni più o meno opportune, giocatori da recuperare fisicamente e scommesse è mancata, anche stavolta, la scelta più logica.
