Diciassette giorni, zero acquisti: serve la punta, servono giocatori da adattare al nuovo sistema ma c’è il solito immobilismo di gennaio
C’è un Toro che in campo fa quello che può: l’allenatore cambia sistema di gioco nel tentativo di rendere (anche ma non solo) l’ultimo mercato estivo spendibile, i giocatori tirano fuori un po’ di grinta che non ti aspetti – anche ieri, a Firenze, in dieci – pur dovendo fare i conti talvolta con la mancanza di esperienza, talvolta con quella di qualità. E poi c’è una dirigenza che invece non fa quello che deve, in linea con le aspettative di chi ha ben presente come il Torino abbia operato nelle ultime sessioni di mercato, specialmente a gennaio. I tifosi dubbi non ne hanno mai avuti, forti della loro esperienza ventennale. Certo, di anno in anno si spera sempre che possa esserci finalmente un’eccezione, che per una volta un Toro da oltre 100 giorni senza Zapata e che già aveva commesso l’errore di non avere in rosa una alternativa (non Adams, non Sanabria: un’alternativa, un’altra prima punta) faccia quanto necessario, senza temporeggiare, con la semplice intenzione di migliorare la squadra. E invece no. Dopo 17 giorni gli acquisti sono zero e una delle poche trattative in piedi riguarda uno scambio Sanabria-Kouame, due giocatori attualmente poco più che panchinari. Del resto l’andazzo è sempre stato questo, anche quando lo spettro della B era qualcosa di più reale o quando la squadra viaggiava verso le zone alte della classifica. In questo c’è coerenza: operazioni low cost e last minute – oggi scattano le ultime 2 settimane di trattative -, magari con qualche sconto ulteriore. “Il mercato ci deve aiutare”, ha sottolineato Vanoli a fine partita. Aiutati che il ciel t’aiuta, caro mister.
