Il SognaToro / Torna l’appuntamento con la rubrica dell’avvocato Gigi Marengo: ecco il commento alla conferenza stampa di Cairo e Giampaolo
Mi ero ripromesso di nulla più scrivere sino a inizio campionato, per disquisire di Toro solo a bocce ferme. Quelle bocce ferme rappresentate dall’attuazione di ciò che, da più parti, viene indicato quale “rivoluzione giampaoliana” o, con ancor più spudorata fantasia: “inizio di un nuovo ciclo”. Un attuale non scrivere di Toro dettato anche dalla volontà di non sparare, ancor prima della discesa sul prato della “sua squadra”, sul povero Giampaolo, filosofo del tempo amico o nemico e probabilmente ennesima vittima di una società tutta chiacchiera e bilancio.
Sulla campagna acquisti dialogherò quindi alla sua conclusione, anche se sin d’ora non pare difficile anticiparne l’esito… pur con tutte le riserve derivanti dal fatto che, se Petracchi fu il principe del “sotto traccia”, l’invisibile signor Vagnati pare esserne addirittura il monarca. E sull’annullamento del ritiro a Biella, deciso praticamente con il pullman a motore già avviato e foriero dell’ennesima incontrovertibile cairesca figura di cacca, ne parlerò unitamente alla campagna acquisti. Mi ronza infatti all’orecchio che, ancor prima di iniziare, già si stiano incancrenendo alcuni primari rapporti interni…
Sulle modalità con cui il Fratello di Fede Moreno Longo è stato silurato, rifletterò a squadra in campo, mentre ragiono sul nuovo corso tecnico.
Sulla Fondazione Filadelfia, vista l’ormai appurata verità sui due soggetti che si resero colpevoli dell’aver fatto porre i deretani di ingegneri ed architetti torinesi su seggiolini da noi tifosi acquistati ma a noi resi indisponibili, dibatterò a lungo a settembre, evidenziando ai Fratelli di Fede le pregnanti violazioni gestatorie poste in essere da tali membri del CdA ora in scadenza, senza dimenticare di riflettere contestualmente sulla risibile dichiarazione di Cairo di aver “donato 200 mila euro al Fila per la realizzazione della sala mensa e relax”… 200 mila euro poi divenuti, dopo sole 24 ore, 300 mila…
Sulla folle, ed illegittima, procedura per ottenere il risarcimento economico (mediante voucher e non denari) per le partite giocate a porte chiuse, comunicata ieri dal Torino F.C. sul suo sito, approfondirò la questione nei prossimi giorni, evidenziando a tutti i Fratelli di Fede che, contrattualmente, il Torino F.C. è obbligato, rimarco obbligato, a risarcire gli abbonati mediante restituzione di denaro e non con voucher. Un obbligo che, peraltro, farò dichiarare dal magistrato, mediante il radicamento di una prima azione giudiziaria che avverrà il 5 settembre, a cui seguiranno decine e decine di altre azioni.
Un promessa fatta a me stesso di non scrivere di Toro in agosto che però, lette le ultime stupefacenti dichiarazioni del cav.Urbano Cairo, non posso certo più mantenere. Anche se sugli argomenti qui indicati, come mi ero ripromesso, persisterò nel rinviarne la discussione al mio rientro a Torino di (ahimè) fine ferie, le ultime dichiarazioni presidenziali risultano talmente risibili, anche per chi è ormai abituato a quindici anni di fuffa e menzogna, da rendermi impossibile il non scrivere due righe a loro commento…
Il cavaliere (virgolettato su La Stampa del 20-8-20) ha dichiarato: “Mai più casi Nkoulou, ho chiesto scusa al suo procuratore per una promessa non mantenuta”. Allora il film Nkoulou ha tutt’altra trama rispetto a quella sin’ora falsamente spacciataci dalla società… Nkoulou aveva ragione piena, gli fu fatta una precisa promessa poi non mantenuta. E questa promessa non gli fu fatta da Peteracchi, come sempre sussurrato dalle fonti societarie, ma arrivò direttamente dal cav. Urbano.
Come dire… per un intero anno noi tifosi, i giornalisti e l’intero mondo granata è stato preso per i fondelli, con menzogne su menzogne. Menzogne che, venute ora meno per precisa dichiarazione presidenziale, palesano chi fu, anche nello spogliatoio, il primo colpevole della squallida annata appena conclusa. Lui, sempre lui: Urbano Cairo.
Ma ancor più risibile e stupefacente è l’altra sua dichiarazione: “Sette. Se me lo chiedete è il voto che mi assegno per quanto fatto…” Un autoincensamento probabilmente prassi in quel mondo meneghino da cui lui promana, ma che, nel nostro Piemonte, viene letto in modo decisamente diverso.
E sì, caro il nostro piccolo cavaliere (piccolo, perché quello grande è il Berlusca), noi piemontesi, per indicare le persone narcisiste, fanfarone e presuntuose, sempre convinte di essere dalla parte della ragione, abbiamo un pregnante detto popolare, un detto popolare che fornisce una perfettamente rappresentazione di chi, in assenza di riconoscimenti altrui, si incensa da solo: j asu d’Cavour je gniun ca i lauda, as laudu da lur (i somarelli del paese di Cavour che nessuno loda, si lodano da soli).
