Compie oggi 82 anni Gigi Radice, l’allenatore che nel 1976 portò il Toro a vincere il primo (e finora ultimo) scudetto del dopo Superga

Quando si pensa a Gigi Radice c’è un’immagine che viene subito alla mente: è il 16 maggio 1976, al Comunale è appena finita Torino-Cesena e, grazie anche alla contemporanea vittoria del Perugia sulla Juventus, la squadra granata si è appena laureata campione d’Italia per la prima volta dopo Superga. Festeggiano tutti allo stadio, i tifosi sugli spalti, i giocatori in campo, c’è solo una persona che non riesce a lasciarsi andare alla gioia per la vittoria dello scudetto: per l’appunto, Gigi Radice. Mentre passeggia per il campo continua a ripetere ai microfoni dei giornalisti: “Peccato per quell’episodio”, riferendosi all’autogol di Mozzini che ha costretto il Toro all’1-1 finale, i tentativi di fargli dimenticare il risultato finale della partita sono inutili. “Eravamo riusciti a sbloccarla, poi è capitato questo episodio, non è che non siamo mai contenti – prova anche a giustificarsi Radice – però insomma, forse è che vogliamo sempre vincere”.

Oggi Gigi Radice (nato a Cesano Maderno il 15 gennaio 1935) compie oggi 82 anni, al Torino arrivò nell’estate del 1975, vinse subito lo scudetto e restò sulla panchina granata fino alla 19ª giornata del campionato 1979/1980. Tornò a guidare il Toro nel 1984 e lo fece per altre quattro stagioni complete, più la prima parte del campionato 1988/1989. Per i tifosi granata, grazie anche a quel trionfo del 1976 è un simbolo, uno degli allenatori più amati di tutti i tempi.