Il tecnico del Como ha commentato la vittoria dilagante della sua squadra contro il Torino: ecco l’analisi di Fabregas

La vittoria del Como contro il Torino è stata una delle più convincenti del campionato. Fabregas dopo l’ottima prestazione della sua squadra ha commentato così la partita contro i granata a Dazn: “Questo è frutto del lavoro. I ragazzi sono molto giovani, stanno crescendo con noi, devono crescere tanto. Questa è la squadra che mi piace vedere, una squadra aggressiva e preparata mentalmente, che vuole andare a vincere. Mi è piaciuta molto la squadra a livello di fame e di mentalità, perché è questo che fa la differenza. Bisogna continuare a lavorare. Il Torino ha iniziato a mettere tanta gente davanti e per quello abbiamo cercato di creare la stabilità difensiva. Abbiamo deciso di passare al 5-4-1 per essere più coperti per poi ripartire in contropiede. Avevamo fatto così anche contro il Verona in casa, questa è stata un po’ la dinamica della partita. Questa squadra è molto aperta mentalmente, tutti possono fare tutto. Come allenatore, la gente non vede il lavoro che facciamo di giorno in giorno. I risultati così sono una soddisfazione importante come allenatore. Sono contento, da domani si inizia a lavorare per la prossima partita contro il Sassuolo”.

La conferenza stampa

L’analisi è poi proseguita in conferenza stampa.

Il Como cercava i gol e la risposta è arrivata
Sono contento. Anche per questo io ho sempre detto di essere tranquillo. Se fossimo una squadra che non crea occasioni avremmo un problema. I dati dicono che siamo una squadra che crea. Oggi la palla è entrata. La squadra ha mancato il gol in tante occasioni. Sono contento perchè il lavoro paga sempre. La gente vede solo il risultato in campo, non l’allenamento, giorno dopo giorno. Come allenatore, la mia vita sarà giudicata solo nel risultato ma oggi è uno di quei giorni in cui tutto il lavoro dei ragazzi è emerso. Quando vedi che c’è il lavoro, che la squadra prova a fare tutto quello che si prova in allenamento, per me come allenatore è la gioia più grande. Per questo sono felice di avere questo gruppo. Spero che continuino a fare così, con questa mentalità giorno dopo giorno. A volte si perderà a volte si vincerà, si faranno più o meno gol. Ramon e Batturina hanno 20 anni e hanno fatto una grandissima partita. Batturina ha una grande frustrazione dentro, vuole di più. È entrato e ha fatto gol, si sente più integrato nel gruppo. Sono soddisfatto ma, come dico sempre, questo è solo l’inizio. Umiltà, piedi per terra e tanto lavoro“.

L’età media di chi ha segnato fa emergere che ci sono ragazzi molto giovani. Vuoi aggiungere qualcosa su questo dato? E adesso quanto conta la classifica?
“È una soddisfazione importante. Non è facile anche da parte mia far giocare tanti ragazzi contemporaneamente. Io credo in loro e loro lo sentono. Sanno che sono molto esigente ma lo faccio per il loro bene e della squadra perchè credo che possano fare una grandissima carriera. Alcune volte si vince, altre si perde, ma io credo in loro. Bisogna continuare a lavorare, ci sono cose che si possono migliorare, anche quelle che oggi abbiamo fatto bene, perchè è solo l’inizio. Può fare bene questo gruppo”.

Il ritmo mi ha impressionato tanto. Le qualità tecniche individuali le conosciamo. Gente che corre tanto è rara. Cosa ne pensi?
Se non si corre non si può giocare il mio calcio. È molto esigente, a livello di corsa, intensità, aggressione, di pressare. C’è un grande dispendio fisico, per questo quest’anno volevamo fare una squadra omogenea, di livello simile tra tutti i giocatori, per poter fare cambiamenti e far giocare tutti. A gennaio arrivano nove partite in un mese e abbiamo bisogno di tutti. A volte ho ancora il dubbio fino a due ore prima della partita su chi far giocare. Ho tanta fiducia verso tutti. Questo deve essere la nostra forza sempre. Che giochi uno o l’altro, tutti devono giocare con la stessa mentalità”.

Mi è piaciuta la prova dei centrocampisti Perrone e Da Cunha. Il discorso di non far perdere il ritmo a nessuno è una delle carte vincenti della tua squadra, l’intercambiabilità dei giocatori
Questo deve essere la nostra strada. Entra chi entra, chi gioca dieci, venti, novanta minuti deve dare il massimo. Prima che i giocatori firmino io faccio un patto uomo a uomo. Loro accettano e vanno a mille. C’è qualcuno che è dispiaciuto, ma quel dispiacere deve essere la forza per dimostrarmi di fare la differenza. Arrivano nove partite in un mese a gennaio. Non c’è tempo per lamentarsi. Tranquillità, umiltà lavoro e continuità“.

Cesc Fabregas
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ultimo aggiornamento: 24-11-2025