Leggere un libro che parla di Toro significa evocare un patrimonio esaltante di Storia, Passione, Successi ed Entusiasmi, significa rifarsi ai tradizionali caratteri del vecchio Toro: tenacia, resistenza alle avversità, fatalismo intrecciato con un inesauribile ottimismo, orgoglio di essere minoranza, fedeltà nei momenti più bui”. Sono queste le parole con cui Gian Carlo Caselli apre il libro “Caro Toro ti scrivo” (Daniela Piazza Editrice) realizzato da Fabio Viglione e Giorgio Merlo. E sono proprio parole come tenacia, minoranza, ma anche passione, identità e soprattutto famiglia che ieri sera, al Palazzo Santa Chiara a Roma sono riecheggiate durante la presentazione del nuovo arrivato all’interno della foltissima letteratura granata. Protagonisti, oltre ovviamente ai due autori, proprio il magistrato torinese e una grande gloria del passato granata: Beppe Dossena, accolti dagli applausi dei tanti tifosi accorsi per l’occasione.

 

Un’ora abbondante di aneddoti, battute e racconti, moderati dal giornalista Rai Franco Lauro, che non poteva non aprirsi con le parole di uno degli autori, Giorgio Merlo: “Come sono diventato del Toro? Ricordo bene la morte di Meroni, improvvisa, che mi ha segnato anche se ero troppo piccolo per capire chi fosse realmente. Poi l’ho capito. È stato proprio lui a rappresentare la mia iniziazione granata”. Un’iniziazione che ha coinvolto anche l’avvocato penalista Fabio Viglione, nonostante i tanti chilometri che lo separavano dal capoluogo piemontese: “Essere del Toro è stata una scelta che ho fatto seguendo mio padre. Ricordo quella maglia interamente granata e soprattutto il racconto di Superga. Noi siamo tutti figli di Superga e di quel Torino, e pur sapendo che forse non avremmo mai visto un altro Toro come quello ci riconosciamo nel tremendismo, in quei giocatori che danno tutto. Non è vero che l’unica cosa importante è vincere, i mio emozionavo per la maglia granata”. Emozioni, sentimenti e quel senso di identità che riesce ad accumunare un avvocato, un parlamentare, un giudice ed un ex calciatore sopra lo stesso palco.

 

E nella serata di ieri non sono mancate neanche le occasioni per fare quattro risate insieme ad uno che il Toro lo segue da anni: Giancarlo Caselli. E proprio il magistrato torinese, infatti a raccontare come il libro non sia solo bello ma porti anche fortuna: “Quando era in cantiere – racconta – prima che uscisse, abbiamo vinto a Bilbao, abbiamo avuto i 5 minuti finali contro lo Zenit che sono stati indimenticabili per la grinta dimostrata, siamo tornati a vincere il derby e anche lo scudetto Primavera. È ora che Viglione e Merlo ne scrivano subito un altro”. E non manca nemmeno un aneddoto direttamente dallo stadio: “Tutti mi dicono che alle partite sono uno spettacolo nello spettacolo, anche se io ho sempre detto che al massimo mi concedo di urlare arbitro perverso. Ebbene è ora che dica la verità.  I ragazzi della mia scorta dicono che i momenti più pericolosi che hanno vissuto con me li hanno avuti allo stadio perché ho una piccola tendenza alla rissosità”. Insomma, una serata davvero brillante, scherzosa e ovviamente tutta a tinte granata che ha fatto rivivere un po’di quello spirito Toro che caratterizza quella che Caselli stesso ha definito “una tifoseria unica”. La presentazione è stata accolta da cori e applausi e ora non resta che leggere il libro e rivivere insieme i capitoli più belli della storia della squadra più bella del mondo. 


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