E’ stato il primo direttore sportivo dell’era cairota, e con il presidente granata ha ottenuto la promozione in serie A al primo colpo, al termine di una cavalcata strepitosa. Fabrizio Salvatori era il ds della stagione 2005/2006, e lo abbiamo contattato, in esclusiva, a poche ore dalla risoluzione delle comproprietà: sia per parlare dell’abolizione delle stesse, sia per capire come agirebbe per le situazioni legate a Benassi e Verdi.

 

Salvatori, sarà l’ultima sessione di mercato con le comproprietà: è favorevole o contrario alla loro abolizione?

Quello delle comproprietà è un tipo di trattativa presente soltanto in Italia, in nessun altro campionato di un certo livello si possono acquistare giocatori a metà tra due società. Sono assolutamente favorevole alla loro abolizione, e anzi, aggiungo una cosa: non potevano farlo prima? Comunque, meglio tardi che mai.

 

Secondo lei, quali sono i motivi principali che spingono le società ad acquistare soltanto il 50% di un giocatore?

Per la mia esperienza, posso dire che i presidenti hanno acquistato, negli anni, con la formula della comproprietà principalmente per discorsi economici: questo modo di trattare, infatti, faceva molto comodo ai bilanci dei vari club. Però io sono sempre stato contro, soprattutto perché ritengo che se si vuole davvero puntare su un giocatore, lo si acquista per intero, non soltanto metà. Se, invece, non si è convinti, allora o non lo si prende, oppure si attua la formula del prestito.

 

Due dei casi più spinosi che dovranno per forza essere risolti nelle prossime ore sono quelli relativi a Verdi e Benassi: lei, da osservatore esterno, come agirebbe?

Stiamo parlando di giocatori molto interessanti, che hanno dimostrato in questa stagione di poter tranquillamente giocare in serie A. Sono entrambi elementi di valore, di buona qualità e con margini molto ampi di miglioramento. Tra i due vedo più pronto Benassi, anche perché ha più esperienza alle spalle e ha un fisico più “formato” rispetto a Verdi. L’età è dalla loro parte, ed è proprio per un motivo anagrafico che farei uno sforzo per trattenerli: i giocatori, a volte, maturano un po’ più tardi, e per questo è meglio riscattarli oggi per non mangiarsi le mani domani.

 

Stagioni di crescita e plusvalenze per Cairo e Petrachi: un giudizio sul loro operato.

Quando i risultati ci sono e parlano chiaro, è praticamente impossibile dire il contrario. Il presidente e il direttore sportivo stanno lavorando decisamente bene, chi semina bene è giusto che un giorno raccolga i frutti del proprio operato. Il Toro si sta stabilizzando nelle zone nobili della classifica, certamente il merito è da suddividere tra Cairo, Petrachi e anche, ovviamente, Ventura: hanno trovato la giusta alchimia e la loro intesa è pienamente vincente.  


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