Dal vertice che lo scorso 30 giugno ha visto Ventura, Cairo e Petrachi ritrovarsi a Milano per fare il punto della situazione sul mercato in entrata e uscita è emerso con chiarezza che se il Toro non ha fretta di privarsi dei suoi gioielli è altrettanto vero che per uno di essi, Matteo Darmian, l’offerta da 20 milioni di euro – quella chiesta dal patron – sarà condizione indispensabile per privarsi del terzino granata e della Nazionale.  Per questo motivo i contatti avuti nei giorni scorsi con il Napoli non hanno portato ad una svolta nella trattativa.

 

Di fatto Cairo aspetta un’offerta ufficiale dall’estero: ed è per questo che nelle ultime ore si sono incontrati il presidente e l’agente di Darmian, Tullio Tinti, per fare luce su quelle che allo stato attuale sono le pretendenti al cartellino del giocatore. Perché se di interessi se ne sono registrati parecchi (dal Barcellona al Bayern Monaco), di proposte concrete sul tavolo del presidente del Toro non ne sono ancora arrivate.

 

La possibilità di trattenere ancora un anno il terzino gioca a favore del patron, che ha dalla sua la consapevolezza di poter valutare ogni proposta senza alcuna fretta. Chiaro è, però, che dal mercato in uscita dipenderanno le scelte future della società: portati a casa Avelar, Acquah e Obi – e in attesa che si sbrogli la situazione che riguarda Bjarnason – Petrachi dovrà agire sul mercato sapendo quali risorse economiche avere a disposizione. Al momento tutto sembrerebbe passare dalla fascia destra: da una parte Darmian, dall’altra il giocatore ritenuto ad oggi naggiornente sacrificabile, ossia Bruno Peres. 

 


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