Foscarini, buon giorno. Lo sa? Baselli è vicinissimo al Toro. È una buona soluzione per il giocatore?
Credo proprio che faccia bene ad accettare la proposta e a cambiare ambiente. Ha avuto una buona esperienza al Cittadella, dove ha trovato lo spazio giusto che lo ha aiutato a crescere, e lo stesso all’Atalanta, anche se forse con i nerazzurri avrebbe meritato di giocare un po’ di più. Un cambiamento può essere positivo: ha dimostrato tante volte di avere qualità, pur non avendo la possibilità di un impiego continuativo. Cambiare, sapendo di essere cercato dal Toro e da altri grandi club è molto stimolante, e può essere un vantaggio sia per la squadra, sia per il giocatore.

Chi acquista il Torino? Un ottimo regista o un’ottima mezzala?
Io penso che il suo ruolo ideale sia il metodista, davanti, cioè, alla difesa. Ha qualità e visione di gioco, è un giocatore che ha passo e caratteristiche adatte a quel compito. Con me ha giocato sempre in quel ruolo. Ho visto che di recente ha disputato delle partite come interno, ma in un centrocampo a tre lo vedo meno adatto, perché non ha quel passo che sovente si cerca in una mezzala. È un giocatore dalle caratteristiche simili a Pirlo, per intenderci: se vogliamo sfruttarlo al massimo delle sue potenzialità, deve fare il regista, perché ha grande visione di gioco, buoni piede e tiro.

 

In cosa può invece ancora migliorare?
Credo abbia bisogno di strutturare meglio il fisico. Mettere potenza, forza nelle gambe. Al Cittadella gli mancava quello: si era rinforzato come struttura, ma poteva ancora fare di più. Credo gli serva soprattuto questo, perché sotto il punto di vista della personalità è ineccepibile, pur essendo giovane. Si fa rispettare anche se magari ha poca esperienza, ha carattere, ha la personalità giusta. Lo ricordo con molta simpatia. Pensate, al Cittadella eravamo in un momento di difficoltà e lui, ragazzo in verità davvero molto serio, si era un po’ svagato: fatto assolutamente nella norma, se sei molto giovane. Bene, l’ho responsabilizzato ed è stato determinante per la salvezza, soprattutto la partita finale e decisiva, contro l’Ascoli, segnando pure un gol. Se sente attorno a sé la fiducia, può dare davvero molto, e poi è un ragazzo molto simpatico. Sembra timido, ma sa farsi rispettare.

Da Baselli a Barreca, il Torino ha in casa un piccolo talento?
A parte le ultime partite in cui è stato in panchina, perché era stanco, Antonio è stato per me un titolare inamovibile. Averne di giocatori così! Non li trovi più, tant’è che spesso durante l’anno, quando mi si parlava di mercato, chiedevo alla mia dirigenza di creare uno stampino a sua immagine e somiglianza, di clonarmi quel giocatore! Non è solo per le qualità, ma per la mentalità. Casa, campo e basta: pensa solo al calcio e a centrare gli obiettivi. Alleluja! Trovi uno giocatore così su un miliardo. Ha veramente ottime qualità, grande spinta, e non a caso è stato convocato in Nazionale, e poi ha una gamba impressionante. Attento e disponibile, ascolta quel che gli viene detto. Non si trovano più ragazzi così, veramente.

Ha fatto bene ad accettare il trasferimento al Cagliari, o il Toro avrebbe potuto già tenerselo?
Andare in Sardegna è la scelta giusta, anche perché Rastelli lo ha richiesto molto e quindi sicuramente punterà su di lui. Un altro anno in B gli farà bene, piuttosto che stare in panchina in A e giocare poco. È una soluzione idonea e giusta, tornerà più forte e più pronto. Credo davvero molto in questo giocatore, soprattutto per la testa che ha: stramerita tutto questo, in una stagione storta come la nostra è stata una delle note più liete. Lo ricordo con grande piacere.

In cosa deve migliorare?
Antonio è un giocatore che predilige la spinta, deve imparare a difendere meglio. Ma ultimamente non era facile saltarlo, è migliorato molto nell’arco della stagione. Poi, il possesso palla: deve lavorare in fase di costruzione del gioco, perché tende a rilanciare troppo, invece di avere più freddezza, e ripartire con calma. Il grande merito è la bravura anche negli assist, è stato l’assist man del Cittadella, quest’anno: ha qualità giuste per aiutare anche in avanti. Non farà fatica a migliorarsi ancora, assorbe davvero tutto.

L’anno scorso, oltre a Barreca, in rosa c’era anche Scaglia. Secondo lei perché non è stato riscattato dal Toro?
Rispetto al campionato precedente, quando era stato più incisivo, quest’anno Filippo è stato bersagliato dagli infortuni, ha stentato nel trovare la condizione, e poi si è fermato definitivamente nel momento più importante. È un ottimo giocatore, a volte può andare in difficoltà nell’uno contro uno a causa della struttura fisica, ma quando sta bene è davvero difficile da saltare. Forse il Toro non ha visto grandi miglioramenti rispetto all’anno prima, secondo me un’altra chance poteva essergli concessa. Riuscirà comunque a farsi notare.

Mister Foscarini ora è a spasso, c’è qualche squadra all’orizzonte?
Qualche contatto le scorse settimane c’è stato, poi è saltato tutto. Prendo atto delle pause, purtroppo, e vado in queste ferie forzate. A differenza di alcuni miei colleghi, non voglio concedermi alcun anno sabbatico, per come mi conosco, so che impazzirei. Spero di tornare presto ad allenare.

Da collega a collega, cosa ammira di Ventura?
È un allenatore che ho sempre stimato, pur non conoscendolo tanto. A volte l’ho chiamato per avere qualche informazione su dei giocatori che ha avuto lui, al Bari, in passato: è stato sempre molto disponibile, ed è un ottimo punto a suo favore. Lo invidio molto per il modo di far giocare le squadre: sa sempre imporre una sua idea di calcio, indipendentemente dai moduli. Prima c’era il famoso 4-2-4, e funzionava; ora è passato alla difesa a tre, ed è sempre un bel vedere. È un pregio non da poco, si può imparare molto. E poi, secondo me, è un ottimo comunicatore: ha un bel modo di trasmettere, sa catturare l’attenzione in maniera brillante, dimostrando grande intelligenza. Il Toro fa benissimo a tenerselo stretto, un allenatore così non si trova facilmente.

 

 


Toro, Baselli-Zappacosta, è fatta!

La rassegna stampa del 10 luglio 2015