Trequartista, reinventato prima regista davanti alla difesa, poi mezzala. Questo è Daniele Baselli, l’ultimo acquisto in ordine di tempo messo a segno dal Torino. Si ispira a Sergio Busquets, uno che insieme a Xavi e Iniesta ha composto al Barcellona e nella nazionale spagnola uno dei centrocampi più forti della storia del calcio, ma spesso è paragonato ad Andrea Pirlo, altro centrocampista dai piedi finissimi che di Baselli è quasi concittadino. L’ex Milan e Juve è nato a Flero, a 23 chilometri circa da Manerbio, dove il 12 marzo del ’92 è venuto al mondo il neo-granata. Segno che quella porzione di terra in provincia di Brescia è fertile per futuri centrocampisti dai piedi buoni.
A differenza di Pirlo, il giovane Baselli che scorrazzava nei campetti polverosi di provincia non è stato notato dalla Rondinelle, bensì dall’Atalanta: la squadra di Bergamo, ovvero la città rivale per eccellenza di ogni bresciano.
Nelle insolite vesti di bresciano con addosso la maglia nerazzurra dell’Atalanta, Baselli si è formato calcisticamente, laureandosi anche Campione d’Italia con la formazione Berretti. Nell’estate del 2011 per il centrocampista è arrivata la prima esperienza tra i professionisti. A dargli quest’opportunità è stato il Cittadella, in serie B. Pochi mesi dopo è arrivato anche il primo incrocio con il neonato Torino di Ventura. All’Olimpico la gara tra piemontesi e veneti è finita 1-1, e i fischi dell’Olimpico che accompagnarono la prestazione sottotono di Bianchi e compagni hanno permesso a Baselli di capire le pressioni che dovrà reggere nella sua nuova squadra.
Due anni dopo, un altro incrocio con il Toro è coinciso con una tappa importante della carriera del centrocampista: l’esordio in serie A. La partita in questione è Atalanta-Torino 2-0, seconda giornata del campionato 2013/2014. Per trovare i sui primi gol in serie A bisogna invece scorrere gli almanacchi fino allo scorso maggio quando, prima contro il Palermo, poi contro il Milan, ha potuto esultare per le prime reti in serie A.
Ora al Torino Baselli è chiamato a completare il proprio percorso di crescita, consacrandosi definitivamente a livello nazionale e, magari, in un futuro anche in quello internazionale.