Come se il compito di sostituire un giocatore del calibro di Matteo Darmian non fosse già abbastanza complicato di suo, Davide Zappacosta, alla sua prima esperienza in granata, ha scelto di indossare una maglia tanto affascinante quanto pesante: la numero 7.

 

Il rientro al Napoli di Omar El Kaddouri aveva lasciato incustodita quella casacca, è così che Zappacosta non si è lasciato sfuggire l’opportunità di mettersela, essendo anche il “suo” 22 occupato da Amauri. “So che qua al Toro il numero 7 l’hanno indossato grandi giocatori prima di me – ha detto il terzino nella sua conferenza stampa di presentazione – spero di esserne all’altezza anche io”. Quel numero 7 negli anni ha fatto la storia del Torino incollandosi in particolare sulla schiena di una serie di grandi ali destro: da Romeo Menti a Claudio Sala, passando per Gigi Meroni.
Sulla quella stessa corsia ora dovrà macinare chilometri, dribbling e cross proprio Zappacosta che, pur avendo iniziato a giocare da ragazzo nella stessa posizione dei campioni appena citati, nel corso degli anni ha arretrato la propria posizione in campo. Quel numero 7 però “mi aiuta a ricordare le mie origini e da dove sono partito” ha spiegato il terzino, mostrando anche una buona dose di umiltà.

 

Ora, per onorare quell’affascinante maglia che ha scelto, Zappacosta dovrà lavorare duramente e convincere Ventura a farlo diventare al più presto il titolare sulla fascia destra. La concorrenza di Peres non sarà però facile da sbaragliare, come le prime sedute di allenamento e amichevoli hanno dimostrato. Una maglia come la 7 però richiede anche questo sforzo.


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