Uno dei primi attaccanti dell’era Cairo, protagonista, con le sue 9 reti, della prima stagione del Toro post-fallimento, una stagione esaltante culminata con la promozione in Serie A e un solo rimpianto: quello di non aver potuto vestire quella maglia nella massima serie. Di chi stiamo parlando? Di Enrico Fantini che, in esclusiva per Toro.it, racconta di quella promozione, del mercato del Toro e soprattutto dell’esordio che i granata si preparano ad affrontare.

 

Domani esordio de granata, cosa ci si deve aspettare?
Le prime partite ovviamente sono sempre un’incognita. L’altro giorno sono stato a vedere il torneo di Mondovì e ho visto la solita organizzazione di Ventura. Il suo stile non si può confondere. La prima partita è certamente difficile, ci sono molti nuovi innesti quest’anno e bisognerà vedere come si sono inseriti.

 

Sarà la stessa partita di due anni fa, stesso avversario e addirittura lo stesso arbitro.
Sì, ci sono molte coincidenze. Due anni fa non andò benissimo ma le cose quest’anno credo si possano rovesciare con molta tranquillità. Le forze in campo sono certamente a favore del Toro, l’incognita può essere la preparazione fisica. Bisognerà capire se hanno caricato molto o poco sotto l’aspetto della condizione fisica. Le qualità in campo comunque sono certamente a favore del Torino.

 

Prima partita ufficiale ed è già un incontro importante.
Sì, la Coppa Italia credo che quest’anno possa essere un obiettivo. Ventura ci ha abituato ad avere un obiettivo ogni anno. La scorsa stagione era vincere almeno un derby e l’ha fatto. Quest’anno ce ne saranno altri e uno potrebbe essere la Coppa. Da Ventura mi aspetto di tutto perché è un uomo dalle tante inventive, io sono assolutamente pro Ventura, credo sia un uomo da Serie A.

 

Quali potranno essere le insidie per il Toro nella partita di domani?
Non conosco ancora bene il Pescara di quest’anno, però per quanto riguarda il Toro bisognerà valutare le punte che potrebbero fare la differenza. Bisogna sperare che Maxi Lopez e Quagliarella riescano a fa bene anche se personalmente ho visto molto bene anche Martinez. È un giocatore leggero, può entrare in condizione molto prima di altri, molto più facilmente di giocatori coma Amauri o Maxi Lopez e potrebbe essere un fattore a favore.

 

A proposito di attaccanti e di mercato, cosa pensa della campagna acquisti granata?
Hanno ringiovanito la rosa, secondo me hanno fatto una campagna molto positiva. Sugli acquisti forse farei ancora qualcosa in ottica attaccante che poi è quello che stanno pensando di fare. Il nome che circola è Belotti ed è un giocatore che rispecchia l’anima, il modo di giocare e il fisico adatti per il Toro. L’anno scorso hanno avuto delle difficoltà sia Amauri che Martinez. Uno in avanti è necessario perché sarà difficile recuperarli tutti e due, magari riesci a recuperarne uno ma entrambi è difficile. In base ai nomi mi sembra comunque una squadra importante quella di quest’anno. Certo bisognerà vedere se vanno bene per Ventura, ma se li ha selezionati vuol dire certamente che li reputa adatti.

 

A proposito di Ventura, cosa pensa dell’allenatore del Toro?
Come ho detto sono assolutamente pro Ventura. Credo che sia sulla stessa linea d’onda di Cairo.Hanno entrambi le idee molto chiare, gli acquisti passano sia dalle mani di Cairo sia da quelle di Ventura e di Petrachi.

 

Ventura ha dichiarato che l’avversario più importante del Toro sarà la presunzione.
Sì, il rischio è che dopo aver fatto bene l’anno scorso ci sia un po’la tendenza ad adagiarsi. La squadra è stata rivoluzionata soprattutto a centrocampo. È partito Darmian ma siamo abbastanza coperti. Penso che abbia ragione Moretti, devono continuare a rimanere umili e dimostrare che hanno ancora tanta voglia di vincere. L’anno scorso hanno fatto un gran campionato ma non hanno vinto nulla. Devono dare il massimo e cercare di raggiungere gli obiettivi.

 

Lei ha giocato nel Toro del primo anno di Cairo. Che ricordi ha di quella stagione?
Ho ovviamente un bellissimo ricordo di quella stagione. Se ci penso, però, mi resta l’amarezza di non essere stato riconfermato. Dopo la promozione mi aspettavo di essere almeno considerato un gregario, di restare in rosa. Non pretendevo di essere titolare, so perfettamente che ero un buon giocatore da Serie B e un giocatore sufficiente per la Serie A, però dopo l’anno che ho fatto mi aspettavo la conferma. Sono stato uno dei protagonisti con 9 reti senza nessun rigore e nessuna punizione. A febbraio, prima che il Toro prendesse altri e aumentasse la concorrenza, ero uno dei migliori. Il Toro lo ricordo sempre, sono anche un tifoso del Toro però certo rimane il rimpianto di non aver giocato con loro la Serie A.

 

Secondo lei il presidente Cairo è cambiato da allora?
Forse è consigliato dalle persone giuste. All’inizio, quando prese il Toro, mi ricordo che aveva una gran voglia di far bene nel mondo del calcio ma forse si faceva trasportare troppo dalle emozioni e dall’istinto. Mi ricordo acquisti come Barone o Corini: spendeva un sacco di soldi ma i risultati erano mediocri. Ha imparato a farsi aiutare dalle persone giuste, a fare acquisti mirati fidandosi dell’allenatore e di Petrachi e le cose stanno andando bene. Da tifoso personalmente sono contento. Almeno oggi ce la giochiamo con tutti, Juve, Milan, Inter, alla pari, mentre una volta il Toro partiva già sconfitto contro queste squadre. Quest’anno  magari riusciremo a vincere tutti e due i derby, sarebbe perfetto.

 

Finalmente abbiamo ritrovato anche il settore giovanile.
Sì, finalmente abbiamo di nuovo un settore giovanile competitivo come ai vecchi tempi. Io sono cresciuto nel vivaio della Juve, è vero, ma sapevo bene che il vivaio del Toro, insieme a quello dell’Atalanta, erano i migliori in Italia. Ha un uomo alla guida, Bava che conosco bene, è un ragazzo navigato che sa fare molto bene il suo mestiere e lo ha dimostrato. Poi ovviamente c’è Longo che è stato anche mio compagno di squadra. Sono davvero contento per lui. È stato sfortunato da giocatore e si merita il successo. Ci è arrivato quest’anno e lo scorso anno ci è andato vicino. Il lavoro di Moreno non si può discutere. E poi spero sempre che un giorno Bava mi chiami per allenare al Toro. Vanno bene anche i pulcini.

 

 


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