ICHAZO 5.5: riparte dopo la sfida col Cesena, una partita che anche Ventura ha definito “inutile”, e lo fa in Coppa Italia, questa volta dove ci si gioca davvero qualcosa. È timido, ed è anche comprensibile. Lo è meno l’uscita in cui combina un vero pasticcio e regala il gol del momentaneo vantaggio agli abruzzesi. Poi tenta qualche intervento per riscattarsi. Ci riesce almeno in parte, ma l’errore è pesante. Non è una bocciatura, ma un monito: in Italia, i portieri fanno davvero molta fatica. Ci vuole tanta personalità.
PERES 7: se Maksimovic viene tenuto in panchina per le possibili turbative di mercato che lo riguardano, lui invece, di fronte alle voci sulla Roma, si carica ancora di più. Sicuramente, entra in forma più rapidamente dei compagni, per questioni meramente fisiche. Ma la classe non è acqua, e di classe Peres ne ha da vendere. Da lui nasce l’azione del pareggio targato Baselli, da lui nascono in verità moltissime azioni. Un bel segnale verso chi pensava che una sua partenza sarebbe stata più facilmente digeribile.
BOVO 6.5: ci si aspettava Maksimovic, all’ultimo gioca lui. È attento, non commette sbavature. Partita ordinata per il difensore granata, che fatica all’inizio a contenere Caprari, salvo poi prendere le misure all’avversario.
GLIK 6: il capitano granata comincia in affanno. E anche in questo caso, la preparazione ha inciso parecchio. I giocatori fisicamente più grossi impiegano più tempo a entrare in condizione, e in effetti da lui entrate in ritardo come quella su Lapadula, dopo meno di 120” di gioco, non ce le si aspetta. Poi, a poco a poco, riprende il controllo della difesa. Non è esente da colpe nell’azione che ha portato al gol dell’1-0 pescarese. Esce nel secondo tempo, dopo aver preso tante, troppe botte. Si raccoglie gli applausi dell’intero stadio (st 36′ JANSSON SV: a risultato ampiamente acquisito, non si mette in mostra. Deve solo amministrare)
MORETTI 6.5: convince maggiormente rispetto ai compagni di reparto. Sempre molto preciso nelle chiusure, va anche detto che dalle sue parti il Pescara crea molto di meno.
AVELAR 6: piuttosto avulso dalla manovra del gioco granata. Ha il merito di passare ad Acquah il pallone che, dopo una serie di batti e ribatti, viene messo in rete dal centrocampista ghanese per il 2-1. Poi, poco altro, deve chiaramente adeguarsi alle richieste di Ventura.
ACQUAH 6.5: all’inizio sbaglia molto. Poi, come il resto della squadra, cresce e comincia a caricarsi anche degli applausi del pubblico. Il gol è un misto di potenza e cattiveria: prima una bomba che viene respinta da Fornasier, poi, caparbio, si riappropria della palla entrando in area e regalando la gioia del vantaggio ai tifosi granata. Esce nel secondo tempo per infortunio, si è procurato due falli che sono costate due amonizioni agli avversari (st 23′ OBI 6: si nota davvero dopo quasi 20′, quando in contropiede prova a innescare Vives. Poi, poco altro, ma la partita aveva poco da dire).
VIVES 6: si limita al compitino, e spesso scompare dalla manovra del gioco. Al suo quinto anno di Toro, ha poche attenuanti per questi buchi neri, e spesso concede falli pericolosi agli avversari (come quelli a inizio secondo tempo). Migliora poi nella ripresa, quando propizia su punizione la terza rete del Toro, passando a Baselli e mandando tutti fuori tempo. Migliorerà, anche lui, nel corso delle settimane.
BASELLI 7.5: ci si aspettavano colpi di classe e qualità. Sono arrivati colpi di classe e qualità in mezzo al campo. Ha sicuramente tutte le carte in regola per diventare il faro del centrocampo granata, non soltanto per i piedi educati, ma per la grandissima intelligenza tattica e l’applicazione. Cerca di eseguire al meglio le indicazioni di Ventura, e in effetti il gol del pareggio è frutto di uno schema provato e riprovato in allenamento. Ha anche una buona progressione, tanto da riuscire a lasciare sul posto due avversari a centrocampo, nella lunga azione che ha portato al raddoppio di Acquah e partecipa anche alle reti del secondo tempo. I tifosi si aspettavano tanto da lui, li ha accontentati.
MAXI LOPEZ 6: sicuramente, come per Glik, la preparazione incide. E in effetti l’attaccante ha faticato molto a entrare in partita. Anzi, non ci è entrato proprio. Pochissime sponde (l’unica degna di nota è quella che ha portato, alla lunga, al raddoppio di Acquah), e pochi i colpi di classe a cui ha abituato. Almeno nel primo tempo. Si sblocca poi nella ripresa, grazie a un gol cercato ma anche fortunato, in tap in. È la terza rete della gara, che aiuta il Toro a conquistare la vittoria. Prestazione nel complesso da rivedere, ma il cartellino è stato comunque timbrato (st 27′ MARTINEZ 6.5: pronti, via ed è subito gol. Gli basta un minuto, per segnare un gol in progressione e esultare sotto la Maratona. Ottima rete, il giocatore vuole conquistarsi il posto da titolare e mandare un segnale a Ventura, che si aspetta un altro giocatore offensivo dal mercato).
QUAGLIARELLA 6.5: rispetto al compagno di reparto, il numero 27 granata appare molto più in palla. Suo l’assist che porta al pareggio Baselli, sue diverse giocate illuminanti in attacco, che non sempre hanno uno sviluppo degno dell’idea. Da rivedere in fase di conclusione: nel secondo tempo, soprattutto all’inizio, sbaglia molto, o si trova di fronte un super Fiorillo (a fine gara). Poteva entrare anche lui nel tabellino dei marcatori.
All. VENTURA 7: l’aveva annunciato, il Toro avrebbe sicuramente pagato il ritmo di gioco. Lo paga un po’ troppo, a inizio gara, tanto che passa in svantaggio. Ma poi la classe dei giocatori, e le tattiche da lui preparate, emergono: il gol di Baselli è frutto di uno schema fatto e finito, quello di Acquah un po’ meno, ma comunque figlio del corretto posizionamento del centrocampista. Anche nella ripresa, si vede la sua mano, e azzecca il cambio di Martinez, che segna appena entrato. La stagione del Toro riparte sotto il segno del suo allenatore.
Arbitro MASSA 6: non sbaglia nulla, buona anche la gestione dei cartellini. Lascia correre spesso il gioco, senza interromperlo e rendere più noioso lo spettacolo. Non è stata, certamente, una partita difficile da dirigere.