Il borsino granata è un po’ come la Borsa, i titoli sono rappresentati dai calciatori le cui quotazioni salgono e scendono di partita in partita in base al rendimento, allo stato di forma, alle eventuali squalifiche che ne pregiudicano l’impiego nel turno successivo. A differenza delle pagelle, quindi, il borsino non guarda esclusivamente alla prestazione di giornata ma valuta complessivamente il periodo dei calciatori impiegati utilizzando come parametro la partita disputata ma nel contesto di un arco temporale più ampio. 

 

 

 

di Carlo Quaranta – Così come due anni fa, vincendo sul campo del Sassuolo, anche l’altra sera il Torino ha rovinato la festa di una matricola assoluta nel massimo campionato.  

Nel restaurato Matusa, infatti, i granata hanno piegato il Frosinone che sperava in una “prima da sogno” bagnando con una vittoria l’esordio stagionale. Un’altra analogia, ben più recente, è costituita dal fatto che, come una settimana prima, nel debutto stagionale in Coppa Italia contro il Pescara, anche in questo caso la squadra di Ventura ha regalato il vantaggio agli avversari dovendo così rimediare con una rimonta, stavolta più faticosa a causa della mancanza di dovuta cattiveria in attacco.  

 

Il Torino si è presentato ai nastri di partenza con una rosa rivoluzionata quasi totalmente nella zona mediana, eccezion fatta per il ruolo di playmaker laddove anziché Baselli (come si immaginava al momento dell’acquisto del giovane under 21) operano ancora i “vecchi” Gazzi o Vives i quali non si sa per quanto possano sopperire con grinta e perfetta conoscenza degli schemi ai limiti tecnici ed anagrafici. E appare in grado di fronteggiare le cessioni di Darmian e di El Kaddouri che lo scorso anno avevano tolto diverse volte le castagne dal fuoco.  

La nota più lieta della sessione di mercato consiste nella scelta di affidarsi alla linea verde e valorizzare i giovani motivati e capaci così come avveniva verso la fine degli anni ’80 quando invero, a differenza di oggi, si attingeva alla squadra Primavera. E nelle prime due uscite ufficiali questa soluzione è apparsa convincente: in attesa di vedere all’opera le altre giovani novità – soprattutto Belotti e Zappacosta – ci si può godere le conferme dei vari Maksimovic, Bruno Peres, Martinez, Benassi e l’autorevolezza del neo arrivato Baselli già autore di due gol e di prestazioni sontuose. 

 

Insomma, le premesse sembrano positive e, se vale il detto che chi ben comincia è a metà dell’opera, è lecito sentirsi autorizzati a sognare di vivere un nuovo campionato da protagonisti.  

 

 

CHI SALE: 

 

BRUNO PERES         spunti e progressioni a ripetizione come ci aveva abituato nelle migliori performances dello scorso anno. La novità è che si accentra più spesso ed i traversoni sono più precisi. 

QUAGLIARELLA       l’esperto attaccante parte molto motivato e dopo tanto lavoro e un tantino di sufficienza sotto porta, trova la zampata vincente che rimette il Toro in carreggiata. Agisce anche da trequartista e appare tirato a lucido. 

MARTINEZ         il suo ingresso vivacizza l’attacco, impegna subito con un tiro Leali e più tardi tenta una bella mezza rovesciata che termina fuori. Anche il venezuelano contribuisce alla rimonta e appare in gran spolvero. 

BENASSI            responsabilizzato dall’investimento non solo economico ma soprattutto di fiducia da parte di Ventura, l’ex interista parte maluccio ma si rifà con una prestazione in crescendo fatta di corsa e bei suggerimenti a tagliare il campo. 

STABILI: 

GLIK          si immola più di una volta murando le conclusioni degli attaccanti avversari e rimediando ad errori altrui, non perde il vizio di farsi trovare puntualmente in area avversaria ma nemmeno quello di qualche sbavatura nei passaggi avventurosi in difesa. 

MORETTI            dosa le energie sapientemente e ciò basta per riuscire a fermare il vivace Longo (di undici anni più giovane). In un paio di circostanze rischia però un po’ troppo nella propria area ma gli viene bene. 

PADELLI          sebbene non gli si addebitino colpe specifiche, è troppo inchiodato sulla linea di porta sia sul cross che porta al gol che in altre circostanze, per il resto non ha gran lavoro da svolgere. 

 

 

CHI SCENDE: 

 

MAKSIMOVIC        la pausa di riflessione contro il Pescara non sembra avergli fatto bene tanto che è lui a tenere in gioco e farsi scappare Soddimo sul gol dei ciociari. Tuttavia non perde la bussola e man mano prende le misure a Dionisi e compagni. Ma ci si aspetta di più da un uomo mercato come lui. 

MAXI LOPEZ           anche dal biondo argentino ci si aspetta di più, appare molto lontano dalla forma, stanco, svagato e anche poco lucido sotto porta. Un passo indietro rispetto alla partita contro il Pescara. 

GAZZI         anche in questa stagione si gioca la posizione di playmaker con Vives, cui lo accomuna una carta d’identità un po’ ingiallita. Inevitabile che la ruggine si faccia sentire e se a ciò si unisce una non eccelsa qualità tecnica, viene da pensare che forse in quella posizione servirebbero altre alternative. 

 

 

I NUOVI: 

 

BASELLI           dopo il sontuoso debutto contro il Pescara, nel p.t. delude un po’ non entrando nel vivo del gioco e difettando in interdizione. Poi dimostra di poter diventare qualcuno con un’azione personale che regala il gol vittoria, come fanno i campioni. 

AVELAR           bella sorpresa il brasiliano mancino che viaggia con costanza sulla sua corsia riuscendo a cavarsela in fase di contenimento e andando a proporsi in avanti fino a sfornare lo splendido cross del pari e andando vicino anche alla marcatura personale. 

ACQUAH         disputa pochi minuti, non gestisce alla perfezione posizione e palloni giocati ma c’è di positivo il fatto che abbia recuperato in fretta dall’infortunio patito contro gli abruzzesi. Si contenderà il posto con Benassi. 

  

 

 


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