Adesso che tutti sono contenti, adesso che tutti fanno gli elogi, adesso tutti che “io lo dicevo”, “io lo sapevo”, “che bravo Petrachi”, “Ventura mister dell’anno”, adesso che nessuno si ricorda più di “Cairobraccino”, adesso che Baselli è fortissimo, adesso che Quagliarella è grandissimo, adesso che “la linea verde paga”, adesso che “da noi i giovani crescono”, adesso che nessuno si ricorda più le contestazioni, adesso che il granata è tornato orgoglio, adesso che nei messaggi privati con i fratelli di virus osiamo persino evocare la parola proibita che comincia per “s”, adesso che “don Aldo dall’alto ci aiuta”, adesso che “e non abbiamo ancora visto in azione Belotti”, adesso che ci sono solo elogi  dove c’erano perplessità, adesso che la Juve è a meno sei  e si sprecano le battute (“Non è che prendono freddo?”, “Hanno messo le gomme da neve?”), adesso che forse cominciano persino i lavori del Filadelfia, adesso che siamo grandi, siamo forti, siamo eroici, su le bandiere, come una bomba il Toro scoppierà, adesso insomma che siamo pieni di entusiasmo e positività, io vorrei rivolgere una preghiera a tutti i fratelli di fede: prendete tutto questo entusiasmo mettetene un po’ da parte per i tempi duri. 

 

Fate una piccola scorta, fissate le impressioni positive. E tiratele fuori quando le cose andranno un po’ meno bene, quando arriveranno i momenti di difficoltà. Arriveranno? Eccome se arriveranno. E da come sapremo essere del Toro in quei momenti (non adesso che è piuttosto facile) dipenderà molto del nostro futuro.

Ora insultatemi pure. Ma poi ricordatevene. Ve ne prego, fratelli.


Nazionali, sette granata protagonisti questa settimana

Torino-Fiorentina: i granata dominano il secondo tempo