Stesse ambizioni, da raggiungere con strade diverse. Sia il Torino, sia la Sampdoria vogliono cercare di arrivare in Europa, che i granata hanno potuto conoscere bene lo scorso anno; che, invece, i blucerchiati hanno soltanto “accarezzato”, in una terribile notte di mezza estate, uscendo sconfitti contro i modesti avversari del Vojvodina. Una stagione dai molti cambiamenti, da parte di entrambe le compagini, che però ha visto un iter di mercato portato avanti in maniera molto diversa. Quasi contrapposta.
In primis perché, cambiando un allenatore, spesso una squadra viene smontata. E dopo i botti del mercato invernale, Zenga si è ritrovato senza Eto’o, ma soprattutto senza Obiang e Romagnoli, e con molte incertezze che sono state portate avanti fino al 31 agosto. È emblematico il caso di Soriano ed Eder. Per l’attaccante, il tiraemolla con l’Inter si è protratto per tutta l’estate: avvicinamenti, allontamenti, ulteriori tentennamenti ma poi la paura (giustificata, visto il ruolino di marcia del giocatore) di non riuscire a trovare un degno sostituto – a fine mercato è arrivato Rodriguez, che faceva panchina al Cesena retrocesso – ha convinto Ferrero a non cedere alle lusinghe nerazzurre. Per il centrocampista, invece, la situazione è stata molto più complessa: aveva accettato il Napoli, era tutto fatto, ma i tempi tecnici per depositare il contratto non sono stati sufficienti a espletare ogni pratica prima del gong finale. E le battute conclusive del mercato doriano hanno portato anche sorprese in entrata, con l’arrivo inaspettato di Carbonero, di Christodoulopoulos a cui si aggiunge quello in agosto inoltrato di Cassano, chiaro preponderanza presidenziale sulle scelte di Zenga, che l’attaccante, almeno inizialmente, non lo voleva.
Una squadra costruita strada facendo, cambiata molto rispetto ai blocchi di partenza. Una squadra completamente diversa dal Torino, che ha mantenuto lo stesso impianto (con lo stesso allenatore) e che, al 10 di luglio aveva già concluso il mercato, Belotti a parte. E la differenza si può anche notare in uscita: una volta ceduto Darmian, operazione di fatto già annunciata a fine campionato, la telenovela per Maksimovic è durata, veramente, fino a metà agosto, quando poi si è deciso di non lasciar partire il difensore serbo, per mancanza di un degno sostituto reperibile sul mercato in poco tempo. Modi, tempi e soldi investiti sul mercato in maniera molto differente da parte di Cairo e Ferrero. Con l’Europa in testa, da raggiungere, appunto, con strade diverse.