Risale a più di trent’anni fa la prima partita di Walter Zenga contro il Torino, allora il suo ruolo era ben altro, quello di estremo difensore, nondimeno i colori che rappresentava erano differenti, quelli nerazzurri. Ma nonostante cambino le maglie indossate dall’ex portiere, quella coi granata rimane una sfida costante che si rinnova dall’ ’83 al ’97 con la militanza tra i ranghi di: Inter, Sampdoria e Padova. E’ però un avversario ostico per lo Zenga giocatore che su 21 incontri colleziona 10 pareggi, 7 sconfitte e sole 4 vittorie.

 

Nella veste di allenatore gli unici precedenti sono rinvenibile nella stagione 2008-2009, quando sulla panchina del Catania registrò un successo casalingo e un ko in trasferta. Nei sei anni successivi i traguardi raggiunti dal tecnico -tra cui, oltre alla storica salvezza catanese raggiunta con tre turni d’anticipo, si ricordano i due campionati vinti con Steaua Bucarest e Stella Rossa Belgrado- vengono però in parte oscurati dagli insuccessi arabi che segnano gli esoneri all’Al-Nassr e dell’Al-Nasr e la risoluzione del contratto con l’Al-Jazira.

 

Questo però non basta a far desistere l’ottimista presidente Ferrero dal scegliere Zenga come successore di Mihajlovic. L’ex numero uno interista tradisce però le aspettative riposte fallendo, all’esordio in gara ufficiale, la qualificazione ai preliminari di Europa League con la disfatta rimediata contro il Vojvodina, che indispone la tifoseria doriana con la quale il tecnico fa subito ammenda dei peccati regalando un ottimo inizio campionato, di cui la classifica vede la Sampdoria a pari punti con il Toro.

 

 

 

 


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