Come quasi sempre in una sessione di mercato, c’è un acquisto particolarmente atteso, dal quale ci si aspetta meraviglie, che invece si rivela un flop quasi totale. Nel suo passato, il Toro ne ha purtroppo contati diversi, con relativi malumori di un ambiente che sperava sempre in una svolta ben lontana a venire. Quest’estate, però, sono soprattutto i tifosi della Lazio a mugugnare. Lo fanno per un giocatore particolare, un “certo” Ravel Morrison, che quando venne acquistato finì sotto i riflettori, dipinto come il talento estroso, anche un po’ pazzo, che sarebbe stato capace di incantare non solo il calcio della Capitale, ma quello di tutta Italia.

 

L’operazione di Lotito si prestava in effetti a tali pensieri: il talento a Morrison, trequartista classe ’93, non manca di certo; e se ha lasciato l’Inghilterra (il West Ham, per la precisione) è stato per problemi di spogliatoio, di incompatibilità con la squadra. Cambiando ambiente, cambiando nazione, magari, anche il suo talento sarebbe potuto sbocciare meglio.

 

Un’estate di tante promesse e discrete premesse, che non ha portato però a nulla di concreto negli scorsi mesi. Solo due presenze in Serie A (per un totale di 50′) più qualche piccolissimo spezzone di gara in Supercoppa e nelle Qualificazioni di Champions. Davvero poco, per potersi ritenere soddisfatti. E sembra soprattutto una bocciatura di carattere tecnico, che proprio Morrison non sembra aver tanto digerito.

 

E così, ieri, dopo l’ennesima panchina in Europa League, il trequartista si è lasciato scappare su Twitter un laconico, ma allo stesso tempo molto eloquente, “January” (gennaio, in inglese) non smentendo in seguito l’interpretazione che lascia pensare alla voglia di mettersi già alle spalle l’esperienza con i biancocelesti. Pioli, tra l’altro, ha dovuto faticare molto per ricompattare il gruppo dopo le prime deludenti uscite stagionali di Candreva e compagni, e l’esternazione di ieri del giocatore può sembrare uno strascico di quel che è accaduto nelle scorse settimane. E di quello che, ancora, forse non si è risolto del tutto. 


Toro, altra tegola: si fa male Vives

Toro, Pryima c’è e sogna la convocazione