Il borsino granata è un po’ come la Borsa, i titoli sono rappresentati dai calciatori le cui quotazioni salgono e scendono di partita in partita in base al rendimento, allo stato di forma, alle eventuali squalifiche che ne pregiudicano l’impiego nel turno successivo. A differenza delle pagelle, quindi, il borsino non guarda esclusivamente alla prestazione di giornata ma valuta complessivamente il periodo dei calciatori impiegati utilizzando come parametro la partita disputata ma nel contesto di un arco temporale più ampio.
Quando si perde una partita ma il migliore in campo è il portiere avversario e si può recriminare su alcune decisioni arbitrali vuol dire che il rimpianto è forte per il risultato ma la prestazione c’è. Poi però quando i risultati non arrivano da sei giornate qualche altra domanda occorre farsela.
Se i risultati sono figli del gioco e questo è sempre stato pressoché lo stesso dalla prima alla dodicesima giornata allora può essere che incida molto la componente fortuna: tutto ciò che prima andava liscio ora va storto e quindi probabilmente se prima questa squadra è stata sopravvalutata dai risultati ottenuti con un pizzico di fortuna, adesso è sottovalutata per il motivo opposto.
Dal momento che questo periodo di appannamento autunnale c’è stato anche lo scorso anno magari si poteva prevenire al primo campanello d’allarme (sconfitta a Carpi) e quindi cambiare qualcosa per scongiurarlo. Anche perché, a pensarci bene, la stagione scorsa non è stata l’unica in cui c’è stata questa flessione che si sarebbe potuta addebitare all’Europa League. Anche nel 2013-14, infatti, dallo stesso periodo (fine settembre) i granata mancarono la vittoria per otto turni consecutivi prima di riprendersi e ritrovare l’Europa assente da un ventennio grazie alla premiata ditta Cerci – Immobile. Ora ci sarà un’altra pausa e Ventura dovrà capire se sarà giusto continuare così confidando che la ruota giri, gli attaccanti si sblocchino e la difesa non continui il trend che ha visto raddoppiare il numero delle reti subite nelle ultime sei giornate rispetto alle prime sei oppure se sarà il caso di modificare assetto seppur con un mese di ritardo.
Probabilmente il recupero fisico e psicologico di alcuni giocatori darà delle risposte importanti in questo senso ma in questo periodo di crisi di risultati fisiologico occorre più che mai equilibrio nei giudizi ed una robusta dose di calma e pazienza.
CHI SALE:
SILVA impiegato a sorpresa in posizione per lui inedita di centrale di destra (le migliori prestazioni le ha offerte da esterno sinistro), ha sbagliato qualcosina ma sempre rimediando ed ha contrastato svellendo palloni con interventi puliti e decisi.
PADELLI non compie il “miracolo” che lo riabiliterebbe agli occhi dei tifosi delusi dalle sue ultime prestazioni incerte ma è incolpevole sul gol ed è autore di uscite aeree finalmente decise. E intanto si rigode la convocazione in Nazionale.
STABILI:
GLIK in linea con l’ultima prestazione nel derby, mette la museruola ad Icardi e ferma in modo ineccepibile anche Kondogbia in piena area. Buona prestazione al netto di qualche disimpegno sbagliato e di gomiti alti o presunti tali.
BENASSI partita più che sufficiente per l’under 21: solo per pochi centimetri il suo tiro a giro non cambia direzione al match, lotta in mezzo al campo con Kondogbia e Medel senza sfigurare e non tira indietro la gamba, segno di convinzione e buon stato.
VIVES si propone per ricevere palloni ed impostare il gioco ma soprattutto viene scavalcato dai lanci lunghi che partono dalla difesa per cercare direttamente le torri davanti. E così nel finale si fionda in area avversaria e si procura un’occasione disinnescata da Handanovic. Tosto in interdizione.
MORETTI oltre a difendere svettando di testa per interrompere le trame nerazzurre e fermare D’Ambrosio e gli attaccanti interisti, si incarica anche di impostare il gioco sia attraverso i soliti passaggi orizzontali che con lanci lunghi. Non commette errori e non fa nulla di straordinario per il suo standard.
BASELLI non si vede tantissimo ma trova il modo di provare qualche azione personale e un buon suggerimento in verticale per Quagliarella. Fa vedere che il piede c’è ma si vede troppo a sprazzi. Occorre più continuità nel corso della partita.
QUAGLIARELLA stabile nella sua fase calante, ancora a digiuno sebbene abbia avuto un paio di buone occasioni che nelle prime giornate avrebbe trasformato in gol. La sua astinenza coincide con quella della squadra, come lo scorso anno. Contro l’Inter ha avuto buone intuizioni che lasciano sperare che la luce sia ormai vicina.
B. PERES brasilianeggia come al solito infiammando la platea con finezze, slalom anche per vie centrali che creano grattacapo agli interisti ma mai veri pericoli. In fase difensiva non commette disattenzioni tipo derby ma comunque lascia qualche falla.
CHI SCENDE:
MOLINARO il terzino disputa un match leggermente al di sotto dei suoi standard. Zero spinta, incursioni e cross ed in difficoltà su D’Ambrosio anche quando potrebbe avere la meglio. In più dimentica Kondogbia sul gol. Ok solo per generosità tanto che rischia di farsi male in un paio di contrasti.
M. LOPEZ mezzora di tempo non sufficiente per riuscire a trovare la giocata giusta. Si fa notare per un paio di episodi in area e per un rigore reclamato ma è ben controllato e non tira in porta. Anche nella difesa del pallone non giganteggia come al solito.
BELOTTI d’accordo l’impegno, l’ambientamento e tutto il resto. La fase di crescita c’è stata ma l’impressione è che non superi un certo livello. Al di là del tap in fallito da pochi passi, deve ricordarsi che un attaccante deve metterla dentro ma lui non riesce a sopperire al momento buio di Quagliarella.