Willem Cornelis Nicolaas Kieft, per tutti i tifosi del Toro semplicemente “Wim”. Folta chioma bionda che svetta in area di rigore, gli occhi chiari ed i tratti tipici della sua terra, l’Olanda.
Dopo tutta la trafila nel settore giovanile dell’Ajax, assieme a compagni del calibro di Rijkaard, Van’t Schip e Van Basten, il giovane Kieft dopo aver vinto la “scarpa d’oro” per la stagione 1981/82 grazie a 32 reti, arriva giovanissimo in Italia (ha da poco compiuto vent’anni) grazie all’intuizione di Romeo Anconetani, istrionico e pittoresco patron del Pisa ma profondo conoscitore di calcio.
Tre stagioni all’ombra della Torre, dove metterà a segno una trentina di reti ma soprattutto giocherà con una certa continuità, gli faranno raggiungere quella maturazione necessaria per giocare nel campionato più bello e più difficile del mondo, prima di approdare in granata nell’estate del 1986.
Wim arriva a Torino fortemente voluto da Luciano Moggi e dal presidente Rossi, per andare a sostituire l’austriaco Schachner passato all’Avellino, dopo tre stagioni buone ma non esaltanti.
Kieft firma un biennale, e si mette a disposizione di Radice già dal ritiro di Pinzolo, facendo vedere subito buone cose. Anzi, l’inizio di stagione dell’olandese è fulminante: subito a segno alla prima giornata in casa contro il Verona ed autore di una doppietta nell’esordio europeo in coppa Uefa a Nantes (0-4), Kieft segna con una certa regolarità, sia in Italia che in Europa (addirittura due triplette in stagione, in casa rispettivamente contro Avellino ed Udinese).
Ma un grave infortunio al ginocchio sinistro contro il Raba Eto in coppa Uefa all’inizio di novembre lo costringerà a saltare quasi tre mesi di campionato; al rientro Kieft è un altro giocatore, la lunga inattività e la voglia di bruciare le tappe del rientro fanno il resto. Segna meno, il Toro esce dall’Europa dopo la drammatica notte di Innsbruck, dove la parabola disegnata direttamente da calcio d’angolo dall’ex nerazzurro Hansi Muller spedisce i granata all’inferno.
Al termine della stagione, conclusa con 32 presenze totali e 12 reti segnate, Wim prepara le valigie direzione Eindhoven, dove con il Psv vincerà la Coppa dei Campioni nella stagione successiva e ritroverà quella confidenza con il gol che gli era mancata negli ultimi mesi in granata.
Campione d’Europa nel 1988 con l’Olanda, Kieft si ritira a soli 32 anni, nel 1994, ma per lui si apre il baratro: più di diciotto anni schiavo della cocaina, i campi da calcio e le molte reti segnate sono solo un pallido ricordo.
“Sono sempre stato un insicuro, se sbagliavo un rigore arrivavo a casa e piangevo, da solo. Per diciotto anni la droga e l’alcool sono state mie compagne, ho speso cifre folli. Ma adesso ho deciso di dire basta, voglio riprendermi la mia vita” dirà pochi mesi fa. Perché dopo una caduta, c’è sempre un nuovo inizio. Nel calcio ma soprattutto nella vita. Auguri Wim.