Eroi per una notte, e ora il futuro è tutto loro. Sono Filippo Berardi ed Elia Bortoluz, di pofessione attaccanti, che nella Primavera di Moreno Longo, ieri, sono risultati decisivi. E pensare che entrambi, nelle gerarchie di inizio stagione, non compaiono come i potenziali titolari. Degli ottimi gregari, certo, che devono lasciare l’uno la precedenza a Zenuni (assente perché impegnato con la Nazionale), l’altro di Debeljuh, il cui posto in avanti viene conteso anche da Martino. Ci sono volute tre defezioni in attacco per fare in modo che i due giocatori potessero scendere in campo.

 

Il primo è partito titolare, proprio per l’assenza del già citato Zenuni: classe ’97, da San Marino, si trovava di fronte una bella responsabilità. Giocare titolare nella finale di Supercoppa richiede nervi saldi e molta concentrazione, che al giocatore (titolare poche volte in campionato, una con il Livorno dove lasciò il segno) effettivamente non sono mancati. Il gol è il frutto di uno schema funzionato alla perfezione, di quelli che Longo prova e riprova in allenamento. Il gol, soprattutto, è figlio di una freddezza che va oltre l’emozione del “debutto” in una finale, con qualcosa come diecimila persone pronte a vedere con quale atteggiamento scendi in campo.

 

Ancora più difficile, se possibile, è stato il compito di Bortoluz. Terzo attaccante a entrare in campo (ha preso il posto di Martino, che a sua volta era subentrato a Debeljuh), l’ex Cittadella era stato uno dei colpi più importanti conclusi da Massimo Bava in estate. È alla sua terza esperienza in una formazione Primavera, ed è stato considerato pronto per compiere il salto di qualità. Rispetto agli altri giocatori, il classe ’97 ha un fisico decisamente più imponente, ed è proprio questo che cerca di sfruttare il più possibile, per creare scompiglio nelle difese. Anche per lui, l’anno scorso non in rosa, la gioia del gol vale doppio. Ed è il segno che un gruppo, anche se nuovo, anche se costantemente da cementare, quando funziona lo fa per tutti: vecchi e nuovi che siano. E la forza del Toro sta proprio in questo gruppo, che sa valorizzare chi già c’era, che sa rendere eroi dei volti nuovi. Che adesso affronteranno la stagione che si parrà loro davanti con uno spirito e una carica diversi, consci che anche loro, ultimi arrivati, potranno concedersi tante gioie personali, e tante ai loro tifosi.

 


La rassegna stampa del 15 novembre 2015

Toro, gli obiettivi non cambiano: Europa League alla portata