Non c’è soltanto il derby 1993, nella storia delle grandi stracittadine di Coppa Italia. E’ finita troppo presto nel dimenticatoio una doppia sfida ancor più nobile per il blasone dell’aristocraziain campo. Siamo nella primavera del 1980 e le due squadre sono a livelli altissimi: da una parte c’è una delle formazioni bianconere più forti di sempre, dall’altra un Toro dall’attacco ancora mostruoso, anche se dallo scudetto è trascorso quasi un lustro. Quella Juve, forse colpevolmente sottovalutata dagli esegeti contemporanei, è allenata dal Trap e schieramostri sacri del calcio mondiale, da Zoff a Scirea, da Causio a Tardelli, da Gentile al primo Cabrini. Il Toro risponde con i sublimi avanzi dello scudetto, quel reparto offensivo che ancora oggi è un dolce scioglilingua, Claudio Sala-Pecci-Graziani-Zaccarelli-Pulici. Ad arbitrare sono due fischietti degni della sfida, Luigi Agnolin l’andata in casa bianconera, Paolo Casarin il ritorno granata.
Il 26 marzo si gioca il primo match del Comunale che finisce 0-0, con i bianconeri che si chiudono e si affidano al contropiede, mentre il Toro spinge, insiste, ma non sfonda. Tutto viene rimandato alla sfida di ritorno, in programma un mese dopo, e che vede la Juve formalmente in trasferta e dunque favorita: ai bianconeri basta un pareggio con gol per andare in finale. Il 30 aprile Rabitti deve fare a meno dell’acciaccato Pulici, regala una maglia da titolari ai debuttanti Mariani e Sclosa ma il primo tempo è fiacco. La sfida si ravviva nella ripresa anche se nessuno riesce a prevalere. Si va dunque ai supplementari che si giocano senza i capitani Claudio Sala e Furino, espulsi sottobraccio quattro minuti prima del novantesimo, e visto che anche al 120’ lo 0-0 non si sblocca, non restano che i rigori.
E’ il Toro che gode. Ecco la serie dei calci di rigore: Mandorlini fuori, Cuccureddu parato, Sclosa gol, Virdis gol, Graziani gol, Tardelli parato, Greco gol, Cabrini gol, Pecci gol. Il Toro fa festa e va in finale a sfidare la Roma, alla Juve non riesce neppure di raggiungere la finale di Coppa Italia per salvare una stagione tutto sommato anonima vissuta sempre alle spalle dell’Inter campione d’Italia.
Stadio Comunale, 26 marzo 1980, ore 20,30
JUVENTUS–TORINO 0-0
JUVENTUS: Zoff, Cuccureddu, Gentile, Furino, Brio, Scirea, Causio, Tardelli (31’ st Cabrini), Bettega, Prandelli, Marocchino (28’ st Virdis). A disposizione: Baratella, Verza, Morini. All. Trapattoni.
TORINO: Terraneo, Volpati, Vullo, P. Sala, Danova (35’ st Mandorlini), Masi, C. Sala (23’ st Greco), Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici. A disposizione: Copparoni, Sclosa, Greco. All.Rabitti.
ARBITRO: Agnolin di Bassano del Grappa.
NOTE. Ammoniti: Scirea, Brio e P. Sala.Spettatori: 40 mila circa per un incasso di 160.173.400 lire.
Stadio Comunale, 30 aprile 1980, ore 20,30
TORINO–JUVENTUS 4-2 d.c.r. (0-0 d.t.s.)
TORINO: Terraneo, Mandorlini, Vullo, Volpati, Danova (13’ sts Greco), Masi, C. Sala, Pecci, Graziani, Sclosa, Mariani (11’ pts Pileggi). All.Rabitti.
JUVENTUS: Zoff, Cuccureddu, Cabrini, Furino, Gentile, Scirea, Causio, Tardelli, Bettega (13’ sts Virdis), Tavola, Fanna. All.Trapattoni.
ARBITRO: Casarin di Milano.
La serie dei calci di rigore: Mandorlini fuori, Cuccureddu parato, Sclosa gol, Virdis gol, Graziani gol, Tardelli parato, Greco gol, Cabrini gol, Pecci gol.
NOTE. Espulsi: 41’ st Furino e C. Sala. Spettatori: 35.402 paganti per un incasso di 480.175.000 lire.