El Kaddouri? È difficile” continua a ripetere Urbano Cairo, perché in effetti i rapporti con il Napoli non sono proprio idilliaci visto il doppio scotto di De Laurentiis legato a Maksimovic. Scotto che, in verità, è più partenopeo: il presidente granata non ha mai abbassato la richiesta di 25 milioni per la cessione a titolo definitivo (unica formula ammessa) del centrale serbo, cifra che ha sempre spaventato l’omologo campano, che proprio per arrivare al difensore ha provato a inserire nella trattativa anche il centrocampista, già al Toro nelle due scorse stagioni.

 

Perché? Perché il Toro, a sua volta, aveva chiesto informazioni, per riavere il suo ex numero 7, che potrebbe portare qualità e un maggior collante tra centrocampo e attacco, rifondato con il ritorno di Immobile. Un’operazione slegata da quella di Maksimovic, cosa che a sua volta ha fatto storcere il naso a De Laurentiis e Giuntoli. Come risolvere l’empasse? El Kaddouri stesso è sceso in campo: il giocatore vuole disputare più partite nel girone di ritorno, e per Sarri è un valido gregario. Valido, sì, ma pur sempre gregario: cosa che all’ex Brescia comincia a stare stretta. Un ritorno al Toro sarebbe ideale per vari motivi, ed è per questo che sia il Toro, sia l’entourage del calciatore stesso, stanno lavorando per convincere il Napoli quantomeno ad ascoltare la proposta dei granata, che vorrebbero muoversi per un prestito con diritto di riscatto fissato a giugno.

 

Nonostante le dichiarazioni, la trattativa è in realtà apertissima. Su El Kaddouri c’è anche l’Atalanta, che parte però da una posizione di svantaggio rispetto al Toro, che ha quindi dieci giorni di tempo per cercare di convincere De Laurentiis, e l’intenzione è quella di provarci fino alla fine. O fino a quando, davvero, si capirà che ogni tentativo sarà vano. Il giocatore aspetta.

 


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