È un Toro spento quello che visto ieri a Firenze, nell’incontro vinto dalla Fiorentina, e meritatamente, per 2-0. Stanchezza? Forse, ma anche tanta mancanza di personalità e soprattutto di gioco, con la squadra che crea davvero poco senza andare a impensierire mai Tatarusanu. Non ingannino le statistiche: sette i tiri della Fiorentina, sei quelli del Toro; due i tiri in porta da parte di entrambe le formazioni. Questi sono soltanto numeri freddi, aridi, che conteggiano la quantità e non la qualità di un’azione che ha visto i viola di Sousa avere il 54% del possesso palla, equamente distrubito tra propria metà campo e metà campo avversaria, a differenza di Glik e compagni che soltanto per 9’13” sono riusciti a stare, complessivamente, con la palla nella trequarti offensiva.
Troppo, davvero troppo poco per Immobile e Belotti, quasi mai serviti o pericolosi, tanto che a creare qualche azione sono stati per il Toro Baselli (nel primo tempo) e Moretti nel secondo. Il resto è in mano ai viola, secondo i dati European Broadcast developement: quattro nitide occasioni da gol (due tra i piedi di Ilicic), cinque tiri da fuori (due di Bernardeschi), contro la singola del Toro, meno passaggi sbagliati (24 a 31) e più azioni manovrate (22 a 18), danno l’idea di come, in realtà senza troppo sforzo, gli avversari dei granata siano riusciti ad avere la meglio.
Il Toro fatica, commette più falli (21 a 13, e gli ammoniti sono 4 per i piemontesi, 1 per i toscani), insomma sembra regredire rispetto ai timidi segnali di miglioramento dimostrati contro Frosinone e soprattutto Sassuolo, avversario ben più temibile rispetto ai ciociari di Stellone, che comunque due gol, nella porta di Ichazo, erano riusciti a segnarli. Qualcosa da rivedere, soprattutto nell’atteggiamento c’è. Lo dimostrano anche i numeri.