Belotti, Zappacosta, Baselli, Acquah, Obi e Avelar. I volti nuovi di giugno, quelli che avrebbero dovuto aumentare enormemente il tasso tecnico del Torino, che era pronto a ripartire con una marcia in più per questa stagione, hanno finora avuto fortune alterne in granata. E dopo diversi mesi di campionato è già possibile tirare qualche somma, valutandone il rendimento, anche nell’ottica di una possibile permanenza in futuro.
Permanenza che non è in discussione per Andrea Belotti, che dopo le prime settimane di fisiologico ambientamento, è via via divnetato titolare della squadra, nella quale è ora anche il miglior marcatore. Il “Gallo”, con sei reti in 23 partite, non sta ancora dimostrando di valere, del tutto, gli otto milioni investiti quest’estate; ma le sue prestazioni in netto miglioramento, e l’intensa che con Immobile continua a migliorare, lasciano pensare davvero che i soldi spesi siano a lungo, lunghissimo termine. Con il numero 9 che non vede l’ora di riuscire a far sognare davvero i suoi tifosi, ai quali ha sin da subito dimostrato di essere molto legato.
Buono, ma con alti e bassi, anche l’impatto dei due ex Atalanta: Zappacosta e Baselli, ma con dei distinguo piuttosto importanti. Il terzino, meno impiegato di quello che si aspettava, ha segnato una rete contro il Genoa e, soprattutto, nell’ultimo periodo ha dimostrato di poter esser di maggiore affidamneto dello stanco Molinaro o del sempre inforunato Avelar (o, ancora, dell’adattato Silva), e sta scalpitando per diventare, come auspicava da tempo, una prima scelta per l’allenatore granata. Il centrocampista, titolare inamovibile della squadra di Ventura, dopo un inizio devastante si è leggermente seduto. “Non ha mai giocato così tanto” ha dichiarato a più riprese il tecnico, ma non sembra una motivazione del tutto valida: vero, a Torino probabilmente l’impiego maggiore lo ha logorato, ma questo non può giustificare automaticamente il drastico calo delle ultime settimane.
Sicuramente acuito, ed è questo uno dei più grandi errori nella campagna acquisti condotta da Petrachi, dal fatto che, la mezzala sinistra, di fatto non ha mai avuto un sostituto. Perché Joel Obi, di fatto, in campo non si è mai visto: i due milioni spesi per acquistarlo dall’Inter, per ora, non hanno minimamente fruttato; e stupisce come il Toro abbia pensato al blitz di mercato, quando bastava la storia del giocatore per capire che gli infortuni sono sempre stati una costante che avrebbe meritato maggiore considerazione. Il centrocampista nigeriano ha, a ogni modo, ancora del tempo per riscattarsi e dimostrare che su di lui bene ha fatto il Toro a puntare. A differenza di Avelar che, per sue sfortune, e forse per errate valutazioni iniziali (la rottura del menisco ha solo fatto emergere delle situazioni pregresse al ginocchio già una volta operato) fino alla prossima stagione, se sarà ancora granata, non avrà più occasione di dimostrare il suo valore. In questo caso, i 2,5 milioni, con tanto di prestito di Barreca al Cagliari, non sono stati certamente ben spesi. Nonostante un buon inizio di campionato che aveva fatto sperare.
La tempestività del mercato, per ora, al Torino ha ripagato solo a metà. Ma gettare gli investimenti all’aria sarebbe sbagliato. Qualcosa in più, per valorizzarli, si può ancora fare. L’età resta dalla loro parte.