Dopo la partita contro la Lazio, la squadra granata resta ancora un’incompiuta. Così come accaduto per il profitto stagionale generale, anche contro la formazione capitolina il Torino è partito alla grande facendo credere che avrebbe sbriciolato gli avversari ma poi ha progressivamente perso una certezza dopo l’altra restando con in mano solo un pugno di rimpianti.
L’approccio di Glik e compagni è stato incoraggiante, arrembante sin dal 1’: convinzione, cattiveria, pressing, anticipi, ritmo tambureggiante. Trovato subito il gol si è addirittura continuato a giocare per fare il secondo e nemmeno il rigore fallito ha scoraggiato la squadra di Ventura che ha continuato a proporre gioco e occasioni per tutto il primo tempo chiuso col rammarico di non aver quantomeno raddoppiato. Per intensità ed occasioni forse solo il primo tempo contro la Sampdoria nella partita di andata è stato superiore a quello di domenica. Immobile e Belotti, sebbene abbiano sprecato tanto, sembravano indiavolati, centrocampisti e difensori vincevano tutti i duelli ed arrivavano sempre per primi sul pallone, Glik sembrava quello dei tempi migliori, persino Acquah era convincente come nelle prime uscite stagionali.
Poi nel secondo tempo la progressiva metamorfosi, le prime avvisaglie di reazione dei laziali facevano arretrare le convinzioni dei granata che tornavano vittime del loro senso di incompiutezza, i reparti si allungavano, le giocate diventavano incerte, le gambe tremolanti, i nervi provocavano falli ed ammonizioni fino al rigore ingenuamente provocato da Molinaro.
Alla fine recriminazioni per mancanza di scosse dalla panchina e per il tiro alto di Zappacosta da posizione favorevole ed al Torino non restava che prendere atto dell’ennesima prova da incompiuta che certifica che questa squadra non ha fame e che probabilmente il rinnovo dei contratti di molti “senatori” nel periodo d’oro bene non ha fatto. E che le ultime voci su Ventura quale possibile CT della Nazionale non siano proprio una manna per una squadra ancora non salva.
CHI SALE:
BELOTTI attivo e reattivo in ogni zona del campo. Dà il suo contributo per tutto il match e finalmente si dimostra attaccante vero realizzando un gol con un tap in e procurandosi un rigore con astuzia.
PADELLI conferma il suo percorso di crescita nell’autostima sia respingendo le conclusioni insidiose di Milinkovic Savic e Biglia tra i pali che nelle uscite a presa alta dimostrandosi finalmente padrone della propria area.
GLIK gladiatorio come ai bei tempi, annulla Klose impedendogli, peraltro, con un recupero strepitoso di poter concludere a botta sicura a pochi passi da Padelli. In generale ottimi interventi in area ed in seconda battuta. Fa correre qualche brivido in uscita col pallone tra i piedi.
ACQUAH non è certo il prototipo del centrocampista di qualità ma compie un deciso passo avanti rispetto alle ultime prestazioni: propositivo, dalle sue incursioni nascono il gol di Belotti ed altri pericoli per gli avversari. Buono anche il suo passaggio che mette Immobile da solo davanti a Marchetti nel finale.
MAKSIMOVIC buona prestazione del serbo che annulla F. Anderson sul quale compie un recupero prodigioso in tackle pulito e non concede quasi nulla. Qualche piccola incertezza quando Parolo gli sfugge alle spalle e calcia sul secondo palo.
STABILI:
MORETTI anche lui deciso e pugnace nella prima parte di gara, è impegnato per lo più nel secondo tempo, tiene botta su Milinkovic Savic ed è autore di buoni anticipi sulla trequarti. Qualche affanno nel finale di partita sullo sgusciante Keita.
IMMOBILE sulla valutazione complessiva pesa come un macigno il rigore sbagliato a metà primo tempo che avrebbe indirizzato il match in modo migliore per il Toro. Ed ha anche altre occasioni che non trasforma in rete. Ma è colui che crea più pericoli e dai suoi piedi nascono gli assist migliori tra cui quello del gol e quello per l’ultima chance di Zappacosta.
B. PERES prova senza squilli, pur trovandosi meglio sulla corsia destra limita molto gli affondi e le giocate da funambolo cercando di mantenere maggiore attenzione in fase difensiva. Un paio di buoni lanci per Belotti e poco più.
VIVES impreciso nei tocchi e nei suggerimenti, anche facili. Riscatta però la sua prestazione giganteggiando (fin quando ha benzina) in mediana dove combatte con recuperi ed anticipi che consentono ai granata di imporre il proprio gioco.
CHI SCENDE:
BASELLI perde il ballottaggio con Benassi che poi sostituisce al 78’senza fortuna. Ha sui piedi un buon pallone in area biancazzurra ma non riesce a toccarlo nel modo giusto per creare un vero pericolo.
ZAPPACOSTA come il suo compagno col quale ha condiviso il medesimo percorso Bergamo – Torino in estate, anche lui parte dalla panchina ed ha pochi minuti a disposizione che usa nel peggiore dei modi sparando in curva il possibile 2-1.
BENASSI prova piuttosto opaca per l’ex Inter che spreca due ripartenze importanti ed è impreciso nei lanci e nei cross. Non brilla nemmeno per la sua dote migliore (la capacità d’inserimento) e nel tiro in porta. Nel finale accusa qualche problema e viene sostituito.
MOLINARO prestazione dai due volti: da un lato l’apporto in fase offensiva con il cross più pericoloso della partita ed in fase difensiva con buone diagonali e chiusure, dall’altro il quasi autogol e lo sciagurato rigore procurato ingenuamente (che però incide più di tutto il resto).