Sembra passata un’eternità e invece sono trascorsi appena dodici mesi. Il Toro targato Europa League, reduce dall’impresa storica del San Mames, dove nessuna squadra italiana era mai riuscita a vincere, si proiettava ad affrontare negli ottavi di finale lo Zenit San Pietroburgo di Villas Boas. Dopo appena un anno quella squadra si è smarrita, neanche del cuore Toro sembra esserci l’ombra.

 

Dopo ventotto giornate della passata stagione, il Toro aveva trentanove punti contro i trentatre attuali, ma con appunto una competizione stagionale in più. Le reti segnate erano trentadue, due in meno rispetto alla stagione in corso, mentre i gol subiti erano trenta, ben cinque in meno contro le trentacinque attuali. Le vittorie in casa sono le stesse di quelle dell’anno scorso, ma la squadra non è più la stessa; nel girone di ritorno le reti sono arrivate solamente da Belotti, Immobile, Benassi e da un’autorete di Gonzàlez nella sfida contro il Palermo. Prima il rigore sbagliato da Maxi Lopez nella sfida contro il Carpi, poi quello di Immobile domenica scorsa, rispecchiano chiaramente il momento dei granata. L’anno scorso, nel girone di ritorno, erano già undici i marcatori: Moretti, Peres, Martinez, Vives, Glik, Benassi, Lopez e ormai gli ex, amati e odiati, Amauri, El Kaddouri, Basha e Quagliarella. Proprio quest’ultimo determinante nel calciare quei rigori che, nelle ultime tre giornate, hanno condannato il Toro a buttare all’aria quattro punti tra Carpi e Lazio.

 

Molto importante nell’andamento della stagione passata fu il supporto di Kamil Glik; in questo momento il difensore polacco è ancora fermo a quota zero nella casella della reti segnate mentre, nello stesso momento dell’anno scorso, il capitano era già a quota sei in campionato. C’è da vendicare la sonora sconfitta rimediata l’anno scorso al “Ferraris”, e chissà che il difensore non riesca a sbloccarsi proprio contro i Grifoni.

 

 


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