Accolto nel migliore dei modi per quanto fatto fino a quel momento ma soprattutto in ottica futura, Davide Zappacosta sta avendo diversi problemi per mettersi in mostra. Arrivato a Torino con il difficile compito di sostituire Matteo Darmian, l’ex atalantino, come testimoniato ulteriormente dall’ultima trasferta in casa del Genoa, non è una prima scelta per il tecnico Ventura.

 

A Marassi il difensore granata ha avuto a disposizione poco più di un quarto d’ora finale al posto di Cristian Molinaro, colpevole di aver concesso due rigori in sette giorni, prima con la Lazio e poi il Genoa. Nessuno discute l’impegno del terzino, ma perché continuare ad insistere su un giocatore sì, con tanta esperienza, ma con ormai 32 primavere sul groppone e in fase calante?

 

Il tecnico, nel confronto avuto alla Sisport con i tifosi, ha sostenuto che, i veterani vanno tenuti per continuare il processo di crescita e la scalata verso l’Europa. A Bari il tecnico lanciò, nella sua esperienza pugliese, Leonardo Bonucci e Andrea Ranocchia. Ma allora cosa impedisce il tecnico a puntare su Zappacosta anziché insistere su Molinaro? I due rigori concessi a Genoa e Lazio sono solo due episodi (gravi) che testimoniano che Molinaro non è al meglio della condizione a questo punto della stagione. E concedere gli ultimi sprazzi di partita ad un giocatore classe ’92 sono forse il segnale della poca fiducia che Ventura ripone nel calciatore.

 

In una stagione dallo stesso tecnico definita “la peggiore da quando sono al Toro”, l’affidarsi ai più giovani, ai giocatori che il prossimo anno saranno protagonisti, potrebbe essere un modo meno brusco per chiudere questa stagione. 

 

 


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