E’ entrato di diritto nella storia per quei tre lampi assurdi e indimenticabili, il derby numero 184. Ma è entrato soprattutto nel cuore dei tifosi: la Juve forse più forte di tutti i tempi avanti 2-0, poi in un amen entrano nella storia granata uno dopo l’altro Dossena, Bonesso, Torrisi, con la Maratona che diventa un vulcano che erutta lava e lapilli, e il Toro che sale in paradiso dopo aver sfilato lo scudetto ai bianconeri.

 

Il senso della giornata perfetta sta nel fatto che nessun tifoso del Toro over 40 dimentica dove fosse, cosa facesse, cosa immaginasse, quella domenica di inizio primavera 1983. Chi nella bolgia della Maratona ha perso la fidanzata, chi era in gita scolastica a Firenze, chi costretto per lavoro ad una trasferta a Palermo, chi forzato in montagna per accontentare la ragazza che proprio non si fila il calcio. Con la radiolina all’orecchio e il cuore in Maratona, a ridere e piangere; e a stropicciarsi gli occhi per qualcosa di assolutamente irripetibile. Una serie di emozioni e di congiunzioni che infatti non si sono mai più ripetute su un campo da calcio. E che non si ripeteranno neppure domenica.

 

Stadio Comunale, domenica 27 marzo 1983, ore 15,30
TORINO-JUVENTUS 3-2 (0-1)
RETI: 15’ pt Rossi, 20’ st Platini, 26’ st Dossena, 27’ st Bonesso, 28’ st Torrisi.
TORINO: Terraneo, Van De Korput, Beruatto, Zaccarelli, Danova, Galbiati, Torrisi (33’ st Corradini), Dossena, Selvaggi, Hernandez, Borghi (14’ st Bonesso). All. Bersellini.
JUVENTUS: Zoff, Gentile, Cabrini, Bonini, Brio, Scirea, Bettega, Tardelli, Rossi, Platini, Boniek. All. Trapattoni.
ARBITRO: Lo Bello di Siracusa.
NOTE. Spettatori 59.049, incasso 440.022.500 lire.


Toro, in vista del derby seduta pomeridiana

La rassegna stampa del 18 marzo 2016