Il borsino granata è un po’ come la Borsa, i titoli sono rappresentati dai calciatori le cui quotazioni salgono e scendono di partita in partita in base al rendimento, allo stato di forma, alle eventuali squalifiche che ne pregiudicano l’impiego nel turno successivo. A differenza delle pagelle, quindi, il borsino non guarda esclusivamente alla prestazione di giornata ma valuta complessivamente il periodo dei calciatori impiegati utilizzando come parametro la partita disputata ma nel contesto di un arco temporale più ampio.
Chi l’avrebbe detto dopo la mazzata psicologica del derby? Chi non si è abbattuto all’ennesimo torto arbitrale dopo appena un quarto d’ora che seguiva quelli subiti nella stracittadina? Chi poteva immaginare che una squadra priva di numerosi titolari avrebbe saputo riscattarsi in una partita sulla carta proibitiva? Chi avrebbe scommesso un centesimo sulla rimonta granata dopo un primo tempo così passivo e rinunciatario, persino insulso? Chi avrebbe sognato il bis a San Siro dopo la vittoria di un anno fa?
Eppure quando meno te lo aspetti ecco che il Torino riesce a sorprenderti ed a sfatare ogni tabù trasformandosi negli spogliatoi e rientrando in campo da Toro perché al di là dei demeriti dell’eterna incompiuta Inter sono stati più i meriti dei granata a fare la differenza. La metamorfosi è avvenuta per mano, anzi per piede, degli uomini che più avevano deluso nel primo tempo, Molinaro che aveva sbagliato passaggi, appoggi e movimenti in fase offensiva e Maxi Lopez non pervenuto fino all’assist per il gol del terzino e da lì in poi devastante.
Poi il prezioso contributo di tutti ed in particolare di Belotti e degli altri giocatori meno impiegati, da Bovo a Jansson, da Obi a Farnerud e gli episodi girati una volta tanto a favore hanno fatto il resto ed alla squadra di Ventura è riuscita l’impresa di ribaltare Inter e pronostico andando a prendersi tre punti inattesi e per questo ancora più belli e pesanti. Ora la classifica è meno preoccupante e da qui in avanti tutti dovranno dimostrare di meritarsi una conferma come hanno fatto coloro che sono scesi in campo a San Siro, giocando da squadra e ribaltando anche le gerarchie.
CHI SALE:
M. LOPEZ specchio della squadra granata: inguardabile e abulico nel primo tempo, trasformato nella ripresa in gallina dalle uova d’oro con due assist decisivi e tanto utile lavoro di protezione e sponda per i compagni. Compleanno coi fiocchi!
BOVO schierato a sorpresa al posto di Maksimovic, stupisce tutti con una prestazione magistrale. Mura Perisic, legge e controlla perfettamente ogni situazione e regala un assist scintillante a Belotti in avvio di ripresa.
MOLINARO si riabilita da una prestazione sin lì opaca condita da errori talvolta grossolani con l’azione del pareggio: dai e vai con Maxi Lopez, inserimento puntuale e gol col piede sbagliato. Un’azione che solleva la sua prestazione ed il morale. Ne aveva bisogno.
BELOTTI gioca alla Immobile, tanta corsa e si trova dappertutto pagando in lucidità in zona gol: in apertura di ripresa detta il passaggio con movimento perfetto ma spara su Handanovic. Si rifà col rigore procurato e segnato e causa anche le espulsioni nerazzurre.
JANSSON il giovane sostituto di Glik guida la difesa come un veterano non facendosi impressionare dal palcoscenico importante. Anzi si esalta nel gioco aereo e con uscite e chiusure in anticipo fin sulla trequarti.
FARNERUD un rientro anche questo inatteso e incoraggiante: prezioso nelle ripartenze e sul centrodestra crea buoni presupposti per azioni pericolose.
BASELLI subentra a Obi disputando una mezzora a buoni livelli, dà qualità e sfiora il gol con un gran tiro a giro che sfortunatamente si infrange sul palo interno. In ripresa.
STABILI:
OBI ritrova il campo da titolare dopo tanto tempo proprio contro la sua ex squadra, cerca di mettersi in mostra con giocate efficaci a centrocampo ed in parte ci riesce fino a quando non si fa ancora una volta male in un contrasto con Miranda.
PADELLI subisce il gol su rigore (stavolta almeno intuito), solita alternanza di rendimento nelle uscite ma decisivo quando, dopo il pareggio di Molinaro, disinnesca un colpo di testa di Icardi sottomisura.
MORETTI l’ultima sfida a San Siro contro l’Inter un anno fa era terminata col suo gol decisivo, stavolta è iniziata col tocco di braccio che ha causato il rigore per i nerazzurri. Poi offre una prestazione più che dignitosa non soffrendo particolarmente.
BENASSI reduce dall’impegno azzurro, inizia col freno a mano tirato ma cresce alla distanza offrendo dinamismo a metà campo, rubando il pallone e ripartendo. Meglio delle ultime uscite in granata ma l’auspicio sarebbe quello di vederlo decisivo come nell’under 21.
GAZZI quando entra si ritrova il compito facilitato dalla superiorità numerica ma dà comunque una mano importante nel finale facendosi trovare pronto in area a liberare di testa e di piede con mestiere.
B. PERES molto guardingo rispetto al solito, Perisic è un cliente ostico e Ventura si sarà particolarmente raccomandato ma contro Nagatomo avrebbe potuto osare di più. Invece a San Siro per lui niente luci.
VIVES come molti dei suoi compagni viaggia a doppia velocità: avvio con errori vari, interventi fuori tempo o irruenti, appoggi sbagliati. Meglio nella ripresa (finché resta in campo) con qualche buon recupero, poi finisce la benzina.