Dopo la vittoria di San Siro contro l’Inter, i granata si preparano alla sfida interna contro l’Atalanta. L’obiettivo è tornare alla vittoria casalinga; una vittoria che manca dal 16 gennaio 2016 (4-2 contro il Frosinone). Da lì in poi solo 3 pareggi e due sconfitte, contro Chievo e Juventus. Un rendimento molto deludente, al passo con le squadre che chiudono la classifica. E’ giunto il momento di tornare a regalare una gioia ai tifosi granata, ma di fronte ci sarà l’Atalanta di Reja, reduce dal bel successo casalingo contro il Milan.
I bergamaschi hanno il quindicesimo rendimento esterno, con uno score di 2 vittorie, 5 pareggi e 8 sconfitte. I gol fatti sono stati 8 e quelli subiti 19. Il dato interessante è proprio quest’ultimo: nonostante lo scarso rendimento esterno, i bergamaschi sono stati la settima squadra a subire meno gol lontani dalle mura amiche. Solo le prime cinque in classifica e il Bologna hanno saputo fare di meglio. La partita si preannuncia quindi molto equilibrata e non particolarmente ricca di gol. L’Atalanta imposterà, con ogni probabilità, una partita molto difensiva per poi sfruttare, in ripartenza, la velocità del “Papu” Gomez. Questo si va a sommare ai numeri casalinghi del Toro: i granata hanno raccolto finora 5 vittorie, 6 pareggi e 5 sconfitte, con 21 gol fatti e 19 subiti. Solo le ultime sei squadre in classifica, più il Chievo e il Frosinone, hanno segnato meno gol davanti ai propri tifosi. Oltre alla vittoria contro il Frosinone di gennaio, per trovare un Toro capace di segnare più di un gol in casa, in campionato, bisogna tornare addirittura al 28 novembre 2015 (2-0 contro il Bologna).
L’Atalanata non ha mai perso o pareggiato, in questo campionato, nelle sette occasioni in cui ha terminato il primo tempo in vantaggio (due volte fuori casa). Il Toro, nelle sei volte in cui si è trovato in vantaggio al termine dei primi 45 minuti, ha raccolto 4 vittorie e 2 pareggi (entrambi in casa). Sarà quindi molto importante l’impatto sulla gara: entrambe le squadre faticano a segnare e non amano sbilanciarsi. L’ultima parola, però, l’avrà, come sempre, il campo.