Giampero Ventura commenta la vittoria sull’Atalanta. Prima, però, qualche considerazione su Maxi Lopez: “Il problema è che non giocava non perché non volessimo farci del male. Non c’è nessuna vittima e nessun carnefice, anzi, lo abbiamo aspettato più di quanto sarebbe successo da qualsiasi altra parte. Abbiamo creduto in lui a gennaio dell’anno scorso quando in pochi pensavano potesse essere importante“.
“Oggi abbiamo fatto cose buone, e altre potevano essere fatte meglio. Siamo partiti decentemente, volevamo dare continuità alla nostra vittoria sull’Inter. Ma poi al 60′ abbiamo iniziato a buttare la palla, non giocando più. Basti pensare a quei 5 o 6 contropiedi non finalizzati: tutto questo perché c’era voglia di portare la vittoria a casa. Ma noi dobbiamo focalizzarci sul concetto che se giochiamo siamo competitivi, se no no“.
“Guardando la classifica, penso che con due rigori che abbiamo avuto in passato e che non abbiamo realizzato, saremmo davanti alla Lazio, quindi ottavi, confermando il nostro trend. Pur avendo buttato via tre mesi. Ma io penso che questi tre mesi, tre mesi e mezzo, possano essere importanti per il Toro: potranno servire da insegnamento. L’Atalanta? Ha sprecato quella grande occasione in contropiede con Pinilla“.
“Acquah? L’ho cambiato perché era acciaccato. Baselli? Ha subito una contusione davvero molto violenta alla coscia, non riusciva più a camminare. E non potevo più cambiarlo. Spero che questo trauma non lo blocchi: stava accelerando molto il suo percorso, per tornare a essere un giocatore ambizioso“.
Su Zappacosta: “Sta lavorando, anche lui. Ma o facciamo una rosa di 11, oppure ne facciamo una da ventitre, assumendo che quacuno possa andare in panchina. Quando abbiamo preso Davide, l’abbiamo fatto perché siamo convinti che possa diventare non importante, ma importantissimo. Un po’ come Maksimovic: l’abbiamo aspettato per 7-8 mesi, poi è diventato un giocatore estremamente importante. Il vero problema non è se giocherà bene o male, ma come lavorerà da qui fino alla fine della stagione, in previsione della prossima. Questa è programmazione, non come in altre squadre dove magari dopo tre mesi si cambia tutto. È un modo di lavorare diverso“.
Su Immobile: “Non ha senso nelle nostre condizioni rischiare un giocatore. Fosse una finale, capirei. Così no. Forse sarà pronto per Roma, o per Sassuolo“.
Di nuovo si torna a parlare di Maxi Lopez: “È un buon giocatore, simpaticissimo e buon parlatore. Tutti i lavoratori, quando arrivò, ci dissero che cosa avevamo preso. Lui si è messo a lavorare, è stato importante, in alcuni casi anche importantissimo. Lui sa perfettamente che quando ha ripreso, per vari motivi, sapeva che non avrebbe potuto subito essere importante. Qui, però, abbiamo avuto pazienza: in altri casi probabilmente sarebbe stato ceduto. A me spiace non averlo avuto nei tre mesi in cui abbiamo avuto bisogno, ma queste sono le solite schermaglie di fine partita, quando si fa un gol. Spero che anche per lui questo sia stato un anno importante: deve capire che se vuole, può. Ma deve volere. E la volontà si nota su cose concrete“.
Si ritorna sulla partita: “Ne abbiamo fatte di migliori rispetto a questa. La mia squadra, almeno a inizio campionato, era piacevole da vedere. Poi quando si innescano certi meccanismi, allora le cose cambiano. La difficoltà, le difficoltà di varia natura si riflettono poi in campo, quando non arrivano i risultati. Penso all’Empoli: si parla di miracoli, e ha gli stessi nostri punti. O il Bologna, che a un certo punto sembrava stesse facendo cose meravigliosi, ora è dietro. Il rammarico è davvero enorme: in un’annata in cui bastavano due rigori per essere sopra la Lazio, penso che questa squadra avrebbe potuto ritagliarsi uno spazio importante. Tornando indietro, ricomincerei proprio da questa squadra. Quando ci sono annate così, bisogna avere l’umiltà di non piangersi addosso ma capire gli errori e non ripeterli in futuro“.
“La serenità? Basta vedere il 60′ di oggi, quando i nostri centrali che a volte la giocano addirittura troppo, iniziavano a sparacchiare la palla lontana. Certo, due vittorie aiutano, senza ombra di dubbio. Maxi ha anche detto che i giocatori veri guardano partita per partita, danno il massimo. Io spero che non giocheremo pià al 60%, ma magari almeno all’80%. Quello fa la differenza, volta per volta“.